2023, un anno di solidità per l’intralogistica. Nel 2024 la crescita rallenta
Tra gestione delle materie prime, digitalizzazione e sfide globali, l’andamento settore per settore nei dati elaborati da Anima Confindustria.
Tra gestione delle materie prime, digitalizzazione e sfide globali, l’andamento settore per settore nei dati elaborati da Anima Confindustria.
Negli ultimi anni, il settore industriale dell’intralogistica ha affrontato fasi di profonda trasformazione, caratterizzate da una continua evoluzione delle dinamiche globali e da sfide operative sempre più complesse. L’integrazione delle tecnologie digitali e l’adattamento a normative in costante cambiamento hanno rappresentato sfide e leve di crescita, mentre la capacità di rispondere
tempestivamente a un mercato in continua fluttuazione ha evidenziato l’importanza di strategie resilienti e innovative, in un panorama economico globale sempre più incerto.
Nonostante l’incertezza che ha caratterizzato i mercati globali e nazionali, il settore rappresentato da Aisem, l’associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione federata ad Anima Confindustria, ha ottenuto risultati positivi nel 2023, come viene evidenziato dalle rilevazioni dell’Ufficio studi di Anima Confindustria che hanno analizzato i sei gruppi merceologici rappresentati all’interno dell’associazione: scaffalature; gru mobili; PLE; apparecchi di sollevamento; carrelli elevatori, attrezzature e componentistica; sistemi intralogistici.
I numeri del settore
Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi, il comparto di Aisem nel suo complesso ha registrato nel 2023 una produzione pari a 7.180 milioni di euro, crescendo del +1,9% rispetto al 2022. Un andamento che ha riguardato anche le esportazioni, che con 2.655 milioni sono cresciute del +1,4% nel 2023. La quota export continua così a rappresentare il 37% del fatturato totale: un sintomo di quanto le tecnologie dell’intralogistica made in Italy siano apprezzate oltre confine, riuscendo a mantenersi forti sui mercati esteri nonostante le difficoltà commerciali legate alle tensioni internazionali.
Se lo scenario relativo al 2023 si conferma positivo per tutti i gruppi di Aisem, nel 2024 l’andamento sembra incontrare un rallentamento, in linea con la tendenza riscontrata da molti comparti industriali. Per questo l’Ufficio studi di Anima prevede una crescita più lieve per l’anno attualmente in corso: +0,6% per quanto riguarda la produzione, che arriverebbe a rappresentare 7.220 milioni di euro, di cui 2.675 milioni di euro per le esportazioni (+0,8%).
Una situazione che si riflette nel commento di Lorenzo Amosso, che in Aisem ricopre il ruolo di capogruppo per le Scaffalature Industriali «Il 2023 è stato un anno di crescita forte – commenta Amosso – mentre nel 2024 il settore sta vivendo una situazione stagnante, per alcuni con una contrazione rispetto all’anno precedente, soprattutto per quanto riguarda i magazzini tradizionali. Nell’ambito dei magazzini automatici, invece, anche nel 2024 si sono potuti concretizzare progetti interessanti, anche grazie ai fondi del Pnrr, soprattutto nel Sud Italia».
Il settore rappresentato da Aisem ha ottenuto risultati positivi nel 2023, come viene evidenziato dalle rilevazioni dell’Ufficio studi di ANIMA Confindustria che hanno analizzato i sei gruppi merceologici rappresentati all’interno dell’associazione: scaffalature, gru mobili, PLE, apparecchi di sollevamento, carrelli elevatori, attrezzature e componentistica, sistemi intralogistici
Il 2023, infatti, ha visto il settore delle scaffalature raggiungere una produzione di 730 milioni di euro, con uno slancio che tocca il +10% rispetto al 2022. Quest’anno, invece, le previsioni prospettano un calo del -2,7% per il comparto. Si mantiene solido l’export, che nel 2023 ha rappresentato il 57% della produzione. «La situazione internazionale non aiuta – continua Amosso – ma non sta penalizzando il settore. Per il momento, nel nostro comparto non ha causato stravolgimenti paragonabili a quelli avuti nel 2020/2021, e al momento il prezzo della materia prima è abbastanza costante, e non sta riservando sorprese».
Una sostanziale stabilità riguarda il segmento relativo agli impianti e apparecchi per il sollevamento e trasporto, che nel 2023 ha prodotto 3.400 milioni, di cui 1.110 per l’export. Secondo le previsioni dell’Ufficio studi, nel 2024 i numeri crescono dell’1% per entrambi i valori. All’interno di questo settore merceologico, per il comparto delle Gru Mobili il 2023 ha portato con sé risultati migliori di quelli rilevati negli ultimi mesi. Lo confermano le parole del capogruppo Federico Lovera «L’andamento nel 2023 è stato positivo per il nostro gruppo merceologico. Questo è da ricondursi in parte al fatto che abbiamo visto i costi stabilizzarsi, e ciò ha consentito di lavorare con più stabilità e certezza, potendo riorganizzare e ridurre i costi. Al contempo, abbiamo assistito a un allungamento dei tempi di consegna, con conseguente crescita importante del backlog che ha influenzato positivamente i primi mesi del 2024 con gli ordini presi nel 2023». Secondo Lovera, l’incremento del backlog è riconducibile agli incentivi stanziati a livello nazionale, come Industria 4.0, e a livello europeo, al fiorire di progetti avviati dentro e fuori i confini nazionali.
Un 2024 di incertezze, ma non per l’export
Per quanto riguarda l’anno in corso, invece, «Nel 2024 si è assistito inizialmente a una stabilizzazione e successivamente a una riduzione della richiesta, con leadtime molto lunghi: per riprendere i livelli di produzione pre-pandemici, infatti, si è dovuto trasferire parte degli ordini sul 2024. La questione mediorientale, poi, ha creato molte tensioni che si sono aggiunte alla forte instabilità internazionale, e si è assistito a una frenata su progetti messi in campo e in fase di revisione. In generale, quest’anno, vediamo molta indecisione: si attende una maggiore sicurezza per effettuare gli investimenti. Possiamo dire che è un anno di generale frenata, di forte incertezza. Resta di primaria importanza l’export, per questo guardiamo molto alla situazione internazionale e vediamo con favore tutti i progetti che vengono sviluppati».
Luisa Parisotto, in Aisem capogruppo PLE (piattaforme di lavoro elevabili) aggiunge «Negli ultimi anni, abbiamo visto un numero crescente di fabbricanti offrire piattaforme semoventi ai clienti in tutta Europa. Nel 2024, in particolare, abbiamo assistito ad alcuni cambiamenti in termini di slancio del mercato. In Italia, ciò è dovuto almeno in parte al mancato rinnovo delle sovvenzioni offerte nel 2023. L’aumento della concorrenza e i cambiamenti del mercato comportano una maggiore consapevolezza della qualità e di fattori che vanno oltre il prezzo di acquisto iniziale, come il costo totale di proprietà. I produttori italiani sono ben posizionati per rispondere a queste sfide» commenta ancora Parisotto «poiché affondano le loro radici in una cultura della qualità, in un’assistenza reattiva e in una formazione efficace. Questa comprovata esperienza ci dà fiducia per il futuro». Secondo quanto testimonia Matteo Frigo, invece, capogruppo in rappresentanza delle imprese del sollevamento, nel corso del 2023 il settore del sollevamento si è dimostrato sì stabile rispetto all’anno precedente, ma la crescita si può definire modesta «La spinta generata dall’Industria 4.0 ha iniziato a mostrare i segni di un naturale esaurimento nel 2023, e per quanto riguarda il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, non abbiamo osservato impatti significativi sul nostro comparto, se non limitate ricadute. Per quanto concerne le materie prime, il 2023 ha visto una maggiore facilità di reperimento dell’acciaio, rispetto alle difficoltà incontrate nel 2022. Questo aspetto ha sicuramente contribuito a mantenere una certa stabilità nel settore.
Tuttavia, i costi della manodopera sono aumentati, e l’industria ha continuato a sentire l’impatto della carenza di operai e tecnici specializzati. Questa problematica resta uno dei punti più critici per le aziende associate». Criticità che si possono riscontrare anche nel 2024, secondo il capogruppo «La situazione geopolitica attuale genera preoccupazione – prosegue Frigo – rallentando gli investimenti e facendo temere per la marginalità delle nostre imprese, minacciata sia dall’inflazione sia dai costi crescenti della manodopera. I tassi di interesse, malgrado la recente riduzione, rimangono elevati e questo frena ulteriormente gli investimenti. Ci troviamo di fronte a una crescita dei prezzi delle materie prime, con l’eccezione dell’acciaio, che ha mostrato una riduzione nei primi mesi. L’aumento dei costi dei trasporti e in particolare dei noli marittimi va a penalizzare l’export, elemento su cui la nostra industria fa affidamento. Diverse preoccupazioni emergono inoltre dalle nuove normative europee: le disposizioni in tema di cybersicurezza potrebbero avere un impatto significativo sulle nostre imprese. AISEM e ICIM si stanno mobilitando per fornire il necessario supporto alle aziende del settore per affrontare queste sfide». Ulteriori complessità sono derivate anche dall’attesa dei decreti attuativi legati a Industria 5.0, che hanno reso più complicato accedere agli investimenti. Conclude Frigo «Nonostante questi ostacoli, si nutre la speranza che gli investimenti del PNRR possano iniziare a manifestare effetti positivi, soprattutto nella seconda metà del 2024».
L’Ufficio studi di Anima prevede una crescita più lieve per l’anno attualmente in corso: +0,6% per quanto riguarda la produzione, che arriverebbe a rappresentare 7.220 milioni di euro, di cui 2.675 milioni di euro per le esportazioni (+0,8%)
Una sostanziale stabilità caratterizza sia nel 2023 sia nel 2024 il mercato dei carrelli industriali semoventi, il cui gruppo in Aisem è presieduto da Loreno Leri. Per questo settore, la crescita nel 2023 è stata modesta (+0,5%, con una produzione 1.860 milioni); mentre l’export è aumentato del +2,2%. Secondo Leri, «Se l’anno 2023 si chiude con un leggero incremento delle attività di esportazione, questo è dovuto al recupero del backlog degli ordinativi pregressi che si erano accumulati nel corso dell’anno precedente. L’anno in corso vede una stabilizzazione degli aspetti di supply chain e le consegne degli ordinativi stanno ritornando alle tempistiche di qualche anno fa. Questo effetto porta anche a una stabilizzazione dei prezzi, dopo un paio di anni che hanno visto una spinta inflazionistica piuttosto sensibile». Secondo le previsioni dell’Ufficio studi di Anima, nel 2024 il mercato dei carrelli dovrebbe rappresentare 1.880 milioni di euro di produzione, crescendo dell’1% sull’anno precedente.
«Se guardiamo agli ordinativi, l’anno 2023 si è chiuso con un leggero calo rispetto al precedente anno. Va considerato – sottolinea Leri – che negli ultimi anni il mercato è stato fortemente spinto da iniziative di supporto come Industria 4.0, che ha aiutato molte aziende a rinnovare il proprio parco macchinari con nuovi prodotti a tecnologia più evoluta. Il mercato italiano dei carrelli elevatori è comunque molto sostenuto dai settori della logistica e della distribuzione che occupano la gran parte degli ordinativi del mercato. Inoltre, il mercato italiano, come molti omologhi europei, si sta aprendo maggiormente all’importazione di prodotti di costruttori cinesi. Questo grazie alla tradizionale competitività economica di queste aziende, ma anche alla crescita tecnologica dei loro prodotti. Questo fattore obbliga le aziende europee ad accrescere la propria offerta tecnologica con prodotti di automazione e con alto contenuto digitale. Questa sana competitività porterà indubbi vantaggi ai clienti del nostro mercato: innovazione dei prodotti con un interessante rapporto valore aggiunto/prezzo». Ultimo settore analizzato è quello dei Sistemi intralogistici, rappresentati all’interno di Aisem dalla capogruppo Roberta Togni, che afferma «Il settore della movimentazione continua a rappresentare un elemento centrale dell’economia industriale del paese, mantenendo una considerevole stabilità. I dati recenti mettono in luce la capacità di resistenza e adattamento delle aziende del settore, che le proiettano in un contesto che si concentra sulla digitalizzazione avanzata». Il consuntivo mostra il settore dei sistemi intralogistici raggiungere una produzione di 1.190 milioni di euro nel 2023, in crescita del +3,5%, con un valore export che sale di +2,6%. L’andamento positivo, anche se meno marcato, è previsto anche per l’anno in corso: nel 2024 la produzione dovrebbe attestarsi a 1.200 milioni (+0,8%) e l’export crescere del +1,2%.
Come conferma Roberta Togni «Recuperati (e superati) i numeri pre-pandemia, nel 2023 la situazione sembra essere tornata alla normalità. Le chiusure e i rallentamenti, l’aumento del costo delle materie prime e la crisi energetica, che avevano influito pesantemente sui costi di produzione, non sono più le sfide da affrontare, perchè sono state sostituite dalla ricerca di innovazione sia nei processi produttivi, sia nell’efficienza operativa.
Guardando al futuro, l’anno in corso si prospetta come un periodo di consolidamento. Gli esperti del settore prevedono una crescita moderata, sostenuta dalla ripresa degli investimenti e dalla stabilizzazione dei prezzi delle materie prime. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza offre un’opportunità unica per il nostro settore, grazie a fondi destinati alla digitalizzazione e alla sostenibilità ambientale. E viceversa, le aziende che investono in tecnologie avanzate come l’automazione riescono ad aumentare la loro competitività sui mercati internazionali. La chiave per il futuro risiede nella capacità di continuare ad innovare, mantenendo elevati standard qualitativi e adattandosi rapidamente ai cambiamenti del contesto economico globale».