Cambiamenti climatici e strategie condivise
Con una temperatura superficiale di +1,02 °C sulla media del periodo 1991- 2020 e il meridione soggetto a valori maggiori, specie in Spagna e in Grecia, i dati diffusi a inizio gennaio dal C3S, Copernicus Climate Change Service europeo, dicono che per l’Europa il 2023 è stato un anno molto critico, il secondo più caldo dell’ultimo cinquantennio, dopo il 2020 (+1,19). Un risultato coerente con il trend del surriscaldamento in corso che Copernicus monitora, unitamente agli altri dati meteorologici e climatici, compresa la riduzione dello spessore dei ghiacciai, diminuito mediamente negli ultimi 25 anni di decine di metri, con una perdita in volume di circa 900 chilometri cubi. Cambiamenti evidenti e tangibili, dunque, che appaiono in crescita e irreversibili e che hanno indotto dieci anni fa l’Ue a predisporre una strategia di adattamento per fronteggiare la situazione con l’attuazione di provvedimenti finalizzati ad accrescere la resilienza del Vecchio Continente.
di Pierangelo Andreini - Vicepresidente ATI