La sfida di Tenova
Nel caso dell’industria di processo e sicuramente del settore siderurgico, Industria 4.0 non è stata e non è una rivoluzione, ma una opportunità per introdurre le nuove tecnologie abilitanti in un substrato già ben sviluppato.
Nel caso dell’industria di processo e sicuramente del settore siderurgico, Industria 4.0 non è stata e non è una rivoluzione, ma una opportunità per introdurre le nuove tecnologie abilitanti in un substrato già ben sviluppato.
Il settore siderurgico è stato obbligato a sviluppare negli anni un approccio per gestire un processo produttivo complesso. In un’acciaieria ci sono sempre stati centinai/miglia di sensori da cui sono raccolti dati che servono i Livelli 1 e Livelli 2 per controllare e gestire i processi produttivi. «Negli ultimi anni l’industria siderurgica ha visto la comparsa di sensoristica sempre più evoluta e soprattutto in grado di funzionare in modo continuo e certo.» Ci spiega Enrico Malfa (Tenova Metals - R&D Director) «Questo è sempre più necessario in un ambiente gravoso e difficile come quello dell’industria della produzione dell’acciaio, caratterizzato da strutture metalliche imponenti, tensioni e correnti da migliaia di volt e ampere, calore con temperature spesso oltre i 1000 °C, polveri metalliche, polveri di carbone, polvere di calce, ecc. Questi sono tutti fattori che male si sposano con la componentistica digitale».
Illustrazioni dI Laura Pittaccio
Certo è che la possibilità di “digitalizzare” un mondo originariamente analogico ha reso disponibili una quantità di dati ancor più importante e la nascita di livelli superiori al Livello2 (Livello 2.5 o 3 sono già disponibili per alcune aree del processo di produzione). Spiega Malfa «Per esempio il CPS (cyber-physical system) di Acciaieria ha come punto di partenza Tenova iMeltShop, un sistema ideato per coordinare e semplificare la gestione della produzione in acciaieria, a partire dalla gestione del parco rottame fino alla consegna dell’acciaio liquido alla colata continua. Il CPS ha esteso le potenzialità e l’efficacia di iMeltShop, attraverso l’integrazione con nuovi dispositivi e sensori intelligenti (IoT), capaci di comunicare e fornire informazioni dettagliate (fisiche e virtuali) sull’effettivo stato delle macchine e dei processi, attraverso analisi in locale e in cloud (usando tecniche di data analysis e machine learning)».
L’integrazione delle tecnologie abilitanti di Industria 4.0 ha trovato quindi un terreno fertile, in particolare quelle che consentono di aumentare affidabilità, flessibilità, sostenibilità e sicurezza. Per citarne solo alcune:
«La sfida del LightHouse Acciaio4.0 è stata innanzitutto quella di costruire un sistema olistico che permettesse di integrare in modo trasversale le specifiche informazioni e il processo, come quella di raccogliere e armonizzare i dati, passo necessario e impegnativo, peraltro risolto» precisa sempre Enrico Malfa. «La presenza negli impianti produttivi di sistemi e tecnologie eterogenee (SCADA, DCS, PLC, MES, IIoT), di molteplici vendor, con diversi livelli di maturità tecnologica, è stata superata tramite l’utilizzo di soluzioni specifiche per i diversi layer ICS (Industrial Control System) quali workstation produttive, SCADA, HMI, PLC, reti di produzione, oltre a sistemi dedicati per la protezione degli endpoint industriali (application whitelistening, application control, ICS integrity control, controllo connessioni non autorizzate) e di sistemi di analisi passiva della rete industriale con lo scopo di individuare situazioni anomale all’interno del flusso dei comandi dei processi industriali».
Con il Lighthouse Plant non è stato creato un impianto pilota, ma interviene su un vero e proprio impianto produttivo per affrontare i problemi concreti dimostrando che spesso quello che è percepito come ostacolo che scoraggia gli investimenti è superabile e, se superato, porta a ricadute positive concrete misurabili. Prosegue sempre Enrico Malfa, Tenova Metals - R&D Director spiegandoci nel dettaglio quanto fatto «Agendo nell’ambiente industriale produttivo di Ori Martin (ne abbiamo parlato qui), abbiamo riscontrato le difficoltà maggiori in quanto da un lato ci siamo trovati a sviluppare le attività del Lighthouse “Acciaio 4.0” e dall’altro a sostituire l’ERP aziendale introducendo complessità su complessità. Il tutto in un contesto complicato dalle difficoltà del periodo caratterizzato dalla pandemia, dal mercato impazzito dell’energia, delle materie prime della componentistica elettronica. Il progetto Lighthouse ci ha permesso di evidenziare, per esempio, la complessità dei flussi del metallo “liquido” dal forno alla colata continua, e ha fornito strumenti di valutazione delle criticità e la possibilità di simulare soluzioni e verificarne l’efficienza. Ci ha permesso inoltre di evidenziare le criticità del sistema della movimentazione del rottame che necessitano di soluzioni per ottimizzare ulteriormente il processo».
Da tutto questo grande lavoro il vantaggio ottenuto riguarda il recupero di un 6% degli standard qualitativi e un 3% nell'aumento dell'efficienza, ma va anche considerato che dai dati si recuperano anche molte informazioni utili in un'ottica di costruzione di nuovi servizi.
La gestione ottimale del rottame, dall’approvvigionamento alla carica e gestione nel forno elettrico attraverso una tracciatura rigorosa di carichi e scarichi del parco materie prime è uno degli obiettivi già raggiunti nel progetto. Malfa spiega che «Sono stati sviluppati sistemi software che utilizzano algoritmi di machine learning consentendo di qualificare i fornitori rispetto alle dichiarazioni delle caratteristiche dei rottami forniti, e di fare previsioni, in tempo reale, circa l’evoluzione dell’analisi dell’acciaio rispetto al mix di rottami caricati in forno, con possibilità di prevenire potenziali derive, suggerendo variazioni in corsa, ottimizzando qualità e costi dell’acciaio liquido prodotto».
L’importanza sempre maggiore del rottame, soprattutto in un’ottica di decarbonizzazione della siderurgia a ciclo integrale, ha rimarcato l’importanza della tracciatura e della composizione puntuale delle ricette di carica. Ma questo nuovo modo di trattare il rottame apre nuove opportunità di ricerca su sistemi di analisi in continuo del rottame caricato, da abbinare agli algoritmi di valutazione sviluppati nell’ambito del progetto Lighthouse.