Il mondo (non) nascosto della contraffazione
Secondo le stime, nel 2016 la contraffazione valeva il 3,3% del mercato globale: pari a 509 miliardi di dollari.
di Riccardo Gnudi in collaborazione con Crit e Icim Group
Secondo le stime, nel 2016 la contraffazione valeva il 3,3% del mercato globale: pari a 509 miliardi di dollari.
di Riccardo Gnudi in collaborazione con Crit e Icim Group
Quando viene citato il termine contraffazione il pensiero vola immediatamente al mondo dei dispositivi elettronici, della moda oppure a quello monetario, mantenendosi quindi distante da produzioni più strettamente legate all’industria meccanica. Tuttavia, pur essendo i settori consumer quelli più colpiti dal fenomeno della contraffazione, che si stima valere il 3,3% del mercato globale (anno 2016), pari a 509 miliardi di dollari, nessun settore si può dire protetto dalla creazione di repliche illecite, incluso il mondo industriale.
Ciò è dimostrato chiaramente da un’analisi svolta da Vdma (Associazione tedesca di ingegneria meccanica e impiantistica) che riporta come oltre il 70% delle proprie aziende associate sia soggetto a problemi di pirateria.
Nonostante l’imponenza di questo mercato nascosto, le iniziative per limitare la diffusione di falsi tramite lo sviluppo o l’acquisizione di soluzioni tecnologiche mirate sono ad oggi molto limitate. Ciò è dimostrato, ad esempio, da una ricerca svolta da uno studio dell’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (Uibm) che mostra come meno del 40% delle aziende intervistate utilizzi soluzioni di anticontraffazione e ancor meno le utilizzi (13,5%).
Solo il 13,5% delle aziende intervistate utilizza soluzioni di anticontraffazione
Più note e usate sono invece le soluzioni per la tracciabilità dei componenti, come riportato dal medesimo studio che sottolinea come il 64,8% sia a conoscenza di tali soluzioni e più di un terzo le implementi.
Quando si guarda al mondo industriale, le tecnologie per tracciare la storia di un oggetto e per identificare/autenticare hanno due grandi applicazioni: a prodotti e a componenti. Questi due casi possono presentare requisiti molto diversi in termini di sicurezza, informazioni memorizzate o accessibilità, portando quindi a soluzioni completamente differenti in termini di tecnologie applicate.
Il mondo delle tecnologie per tracciare e identificare
Ogni soluzione di tracciabilità e anticontraffazione (T&A) è generalmente composta da tre elementi essenziali:
1. Tag: tecnologia/e utilizzata/e per tracciare l’oggetto. Il tag può sia permettere di tracciare il componente e la sua storia, sia contrastare la sua contraffazione (es. Rfid).
2. Lettore: sistema di identificazione e analisi del tag (es. lettore laser per codici 2D).
3. Architettura software: sistema dedicato alla raccolta, gestione e analisi dei dati contenuti sul tag. Molto spesso le soluzioni software dedicate alla tracciabilità/anticontraffazione vengono integrate con i più comuni software di fabbrica, es. Mes o Scada.
Nella maggior parte dei casi specifici meccanismi di lettura rendono tag e tecnologia di lettura strettamente correlati fra di loro, mentre l’ultimo elemento rimane abbastanza indipendente. L’applicazione finale dovrà tener conto delle caratteristiche e dei punti di forza e debolezza di tutte e tre le componenti.
Specifici meccanismi di lettura rendono tag e tecnologia di lettura strettamente legati fra di loro, mentre il terzo elemento rimane indipendente
Attualmente, esiste un’ampia varietà di soluzioni tecnologiche per applicazioni T&A, illustrate sinteticamente in Figura 1, dove esse sono distinte in base al loro principio di funzionamento. Tra le soluzioni riportate è possibile ritrovare tecnologie note, quali quelle elettroniche (es. Rfid, bande magnetiche), e meno diffuse in ambito meccanico,si vedano ad esempio Dna e inchiostri.
La classificazione in funzione del meccanismo chimico-fisico risulta essere particolarmente funzionale in una prima fase di sviluppo del progetto, poiché permette di escludere rapidamente alcune tipologie di soluzioni sulla base delle esigenze delle applicazioni finali. Ad esempio, i marcatori chimici hanno applicabilità limitata in ambiti con alte temperature o molte sostanze chimiche, mentre i tag elettronici richiedono talvolta particolari attenzioni in ambienti con forte presenza di metallo.
Figura 1 – Classificazione delle tecnologie T&A
Nel corso del processo decisionale per un nuovo piano di tracciabilità e anticontraffazione, le tecnologie qui presentate possono essere analizzate anche da un secondo punto di vista, relativo al grado di sicurezza e di accessibilità che le contraddistingue.
Queste due caratteristiche, in genere inversamente proporzionali, vanno a suddividere le soluzioni in tre categorie (Figura 2):
• Overt: chiaramente visibili a occhio nudo, quali tag fisici o marcature 2D.
• Covert: invisibili a occhio nudo, ma accessibili tramite tecniche di uso comune, quali inchiostri invisibili sensibili a raggi Uv.
• Forensic: richiedenti tecnologie o processi avanzati e costosi per l’autenticazione, ad esempio Dna.
Questa seconda metodologia di confronto e analisi permette di mettere in relazione due requisiti fondamentali dei processi T&A: la sicurezza delle informazioni memorizzate nel tag e l’accessibilità a tali informazioni che viene garantita ad ognuno. Ciò diventa particolarmente importante nel momento in cui si considera la possibilità di unire più soluzioni tecnologiche nel proprio progetto.
Figura 2 – Classificazione dipendente dal grado di accessibilità/sicurezza
Cambiare per vincere
L’ampia varietà di soluzioni esistenti per la tracciabilità e l’autenticazione di componenti e prodotti rappresenta uno dei punti di forza di questa famiglia di tecnologie. È proprio dalla combinazione di due o più soluzioni esistenti che è possibile arrivare a determinare la soluzione più adatta ad una specifica applicazione.
Ciò permette, da un lato, di personalizzare la soluzione finale combinando l’insieme di tecnologie più adatte in termini, ad esempio, di costo, sicurezza, accessibilità, performance, resistenza. Dall’altro lato invece permette di strutturare la propria soluzione per offrire diversi gradi di sicurezza e accessibilità a vari livelli della supply chain, veicolando così informazioni differenti ai vari partner coinvolti.
Come primo esempio si consideri un’etichetta con due livelli di lettura, uno formato da scritte in inchiostro comune (tecnologia overt) e uno da scritte con inchiostro reattivo alla radiazione ultravioletta (tecnologia covert).
Le informazioni normalmente invisibili non servono soltanto ad autenticare il prodotto, ma possono anche ampliare quanto già riportato con l’inchiostro comune, fornendo ulteriori informazioni a chi ha la conoscenza e la possibilità di accedere a tale livello.
Le informazioni normalmente invisibili non servono soltanto ad autenticare il prodotto, ma possono anche ampliare quanto già riportato con l'inchiostro comune
Un sistema di questo tipo potrebbe essere ulteriormente migliorato stampando l’etichetta su un tag Rfid, arrivando a garantire fino 3 livelli di lettura con diversi gradi di sicurezza e destinati a ruoli diversi all’interno della supply chain.
Il secondo esempio, riportato in Figura 3, è invece una soluzione dell’azienda Tesa Scribos, sviluppatrice di una soluzione T&A che permette, tramite un processo di stampa proprietario, di avere fino a 7 livelli di verifica in una sola etichetta, alcuni visibili e altri no.
Nello specifico, il caso riportato è stato sviluppato dall’azienda in collaborazione con il gruppo Psa. L’etichetta viene usata per autenticare e tracciare i componenti dei veicoli del gruppo francese e presenta la combinazione di più livelli di accesso (sito, numero identificativo, Qr code) oltre che un’etichetta Tesa Scribos, che garantisce l’autenticità del prodotto e un livello di informazioni aggiuntivo per gli addetti ai lavori.
Figura 3 – Soluzione sviluppata da Tesa Scribos per la tracciabilità e l'anticontraffazione di componenti delle autovetture PSA
Scegliere la soluzione più adatta
Pur non essendo entrati nel dettaglio delle singole tecnologie, dovrebbe essere ormai chiaro come le soluzioni a disposizione delle aziende per tracciare e autenticare i propri prodotti e componenti siano moltissime, con una varietà altissima in termini di dettagli tecnici e performance.
Tuttavia, proprio queste differenze rendono fondamentale la comprensione accurata dei punti di forza e debolezza di ogni soluzione. Per poter confrontare le varie soluzioni senza entrare nel dettaglio dei singoli principi di funzionamento, in Figura 4 è riportata una tabella qualitativa che confronta quattro aspetti cardine delle tecnologie discusse: maturità/costo, complessità d’integrazione, sicurezza e resistenza.
Sistemi meccanici soggetti a usura o alte temperature si indirizzeranno verso soluzioni a maggiore resistenza benché con un livello di sicurezza minore. Prodotti dall’alto valore potranno invece concentrarsi su soluzioni più costose, ma dal più alto livello di sicurezza.
Figura 4 – Comparazione qualitativa delle varie tecnologie
Analisi di questo tipo sono fondamentali nella scelta della miglior tecnologia per il proprio caso, tuttavia non sono sufficienti. Per poter determinare la soluzione più adatta a uno specifico caso industriale è necessario analizzare l’intero processo di produzione per definire, prima di tutto, i requisiti del progetto, tra cui le informazioni da inserire nel tag, le performance richieste e il costo finale.
Ciò andrà poi confrontato con il livello di rischio associato alla contraffazione di ogni singolo prodotto da tracciare, così da determinare il miglior compromesso tra le soluzioni esistenti.
La moderna offerta tecnologica mette a disposizione un ventaglio di possibilità molto ampio all’interno di ciascuna delle categorie illustrate. Si prenda ad esempio la tecnologia Rfid, soluzione elettronica basata su chip contenenti una memoria, un sistema di comunicazione radio e, in alcuni casi, una batteria.
Questa tecnologia spazia da semplici tag simili a bottoni incollabili su oggetti, fino ad arrivare a Rfid inseriti all’interno di bulloni per il tracciamento di parti meccaniche nel loro processo di produzione. Discorso analogo si può fare per i marcatori chimici che includono marcatori basati su sequenze Dna costruite ad hoc fino a composti basati su nanoparticelle e dalle caratteristiche emissive uniche per ogni singola azienda.
In questo mare di soluzioni esistenti, la comprensione delle tecnologie e l’analisi di dettaglio dei processi rappresenta la chiave di volta nella lotta ai problemi di tracciabilità e anticontraffazione.
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