REPowerEU è il piano della Commissione europea che si propone di risparmiare energia, produrne di pulita e diversificare l’approvvigionamento energetico. È un tentativo di accelerare il processo di transizione energetica in corso e al contempo porre fine alla dipendenza da combustibili fossili, provenienti soprattutto dalla Russia, sostenuto da adeguate misure finanziarie e provvedimenti legislativi.
I temi principali del position paper di Assotermica, che si propone di sottolineare alcune misure essenziali per l’associazione per una corretta attuazione del Piano, riguardano la centralità del settore dell’edilizia nel processo di transizione energetica, il superamento delle attuali barriere all’elettrificazione dei consumi, lo sfruttamento di tutte le opzioni disponibili per la decarbonizzazione e l’implementazione corretta del principio “energy efficiency first” e di tutte le rinnovabili.
Gli edifici oggi sono responsabili di circa il 36% del totale delle emissioni di gas a effetto serra e consumano il 40% dell’energia finale complessivamente utilizzata in Europa, a questo va aggiunto che il 75% del parco immobiliare è inefficiente. La riqualificazione dell’enorme parco esistente, a partire dagli impianti, è una leva prioritaria e fondamentale per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione fissati per il 2050.
Gli edifici oggi sono responsabili di circa il 36% del totale delle emissioni di gas a effetto serra e consumano il 40% dell’energia finale complessivamente utilizzata in Europa, a questo va aggiunto che il 75% del parco immobiliare è inefficiente
Se si considera che circa l’80% dei consumi di un’abitazione è determinato dal soddisfacimento dei fabbisogni di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria, diventa subito evidente come l’impianto termico giochi un ruolo centrale nella sfida alla riduzione degli impatti ambientali.
Il settore del riscaldamento è costantemente impegnato nell’efficientamento delle proprie tecnologie ed esistono le soluzioni tecnologiche già pronte per essere immesse sul mercato, ma è importante che l’approccio delle iniziative europee sia pragmatico, stabile e coerente con le caratteristiche del settore.
I sistemi ibridi come sistema flessibile
Va perseguita anche la spinta all’elettrificazione, avendo cura di superare le attuali barriere. Per farlo bisogna innanzitutto rafforzare la capacità produttiva delle pompe di calore, affrontando anche il tema della filiera dell’installazione qualificata (al momento sottodimensionato rispetto agli obiettivi), ma vanno considerate anche le attuali criticità del sistema elettrico.
Oggi il mix di generazione è ancora sbilanciato verso le fonti fossili e la sicurezza energetica e la resilienza dell’infrastruttura devono andare di pari passo con la crescita di questo vettore energetico. Oltre a questo non va dimenticato che non esistono solo le pompe di calore elettriche, ma anche altri sistemi come gli ibridi e le pompe di calore ad attivazione termica.
In particolare i sistemi ibridi hanno come caratteristica principale una forte flessibilità e adattabilità alle caratteristiche degli edifici esistenti, progettati e immessi in commercio da un unico fabbricante. Sono pensati per massimizzare il contributo delle pompe di calore e sono in grado di scegliere la combinazione di funzionamento migliore in base ai costi e alla disponibilità dei due vettori energetici.
Per un efficace processo di decarbonizzazione vanno quindi sfruttate tutte le opzioni disponibili, adottando un approccio multi-tecnologico e multi-energetico, diversificando le fonti di approvvigionamento. Assotermica è contraria all’idea di vietare indiscriminatamente l’immissione sul mercato degli apparecchi a gas.
Tutti gli scenari di decarbonizzazione prevedono una quota di utilizzo rilevante del vettore gassoso, pertanto la soluzione vincente potrebbe essere il mix energetico molecola-elettrone sfruttando il più possibile le fonti rinnovabili. Il problema non è il vettore gassoso, ma il vettore combustibile fossile: lo dimostra il fatto che esistono già tecnologie green gas ready. La rete del gas di domani dovrà essere green, così come dovrà esserlo sempre di più quella elettrica.
Tutti gli scenari di decarbonizzazione prevedono una quota di utilizzo del vettore gassoso rilevante, pertanto la soluzione vincente potrebbe essere il mix energetico molecola-elettrone sfruttando il più possibile le fonti rinnovabili
Deve prevalere il principio dell’energy efficiency first, vale a dire che per raggiungere gli obiettivi climatici è cruciale utilizzare tutte le tecnologie efficienti disponibili e che il risparmio energetico conseguito con la sostituzione di un vecchio apparecchio con uno più efficiente venga valorizzato.
In un periodo di grandi transizioni si deve evitare un approccio demagogico per scongiurare il cosiddetto effetto-boomerang, sperimentato in passato in altri ambiti, in assenza di una vera pianificazione.
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