Le tecnologie per rispondere all’emergenza clima
Inquinamento, siccità, alluvioni: cresce l’intensità dei disastri ambientali. Le imprese italiane e le Istituzioni sono al lavoro per gli obiettivi comunitari.
Inquinamento, siccità, alluvioni: cresce l’intensità dei disastri ambientali. Le imprese italiane e le Istituzioni sono al lavoro per gli obiettivi comunitari.
«Siamo sull’orlo di una crisi climatica planetaria per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello globale». È l’allarme, che suona da invito, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È il 12 marzo e il capo dello Stato visita le terre venete colpite duramente dal maltempo lo scorso autunno. Ambiente, clima, futuro sono le tre grandi priorità che chiamano in causa cambiamenti «a livello globale».
A inizio marzo a Nairobi è stata convocata l'assemblea delle Nazioni Unite sull'ambiente focalizzata sul ruolo dell’innovazione nelle scelte di produzione e di consumo. Ci sono anche iniziative dei singoli che stanno muovendo le coscienze mondiali. “Fridays for future”, ad esempio, è il movimento per la lotta ai cambiamenti climatici fondato dalla studentessa svedese Greta Thunberg, candidata al premio Nobel per la pace.
Ma ci sono anche iniziative nate dalle imprese che possono generare le possibili soluzioni. È evidente che non esista una via d’uscita unica e valida per tutte le situazioni.
Obiettivi per il 2030
A inizio gennaio il ministero dello Sviluppo economico ha inviato alla Commissione europea la proposta di Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), piano con cui il nostro paese dichiara come intenda raggiungere gli obiettivi 2020-2030-2050. Decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, maggiore ricerca, innovazione e competitività sono i traguardi da non mancare. Ma con quali tecnologie? Assotermica stessa (l’associazione di categoria che rappresenta in Anima Confindustria apparecchi e impianti termici) raggruppa al suo interno imprese che producono soluzioni molto diversificate, che possono ridurre i consumi, tagliare le emissioni così come sfruttare i nuovi combustibili green. I sistemi ibridi, ad esempio, sono tecnologie che vogliono raccogliere la sfida climatica e contribuire a una svolta. Un approccio di sistema di tecnologie, inoltre, favorisce anche il giusto approccio legislativo perché, al contrario, un unico punto di vista farebbe scrivere leggi miopi. Gli imprenditori italiani, che progettano e costruiscono le tecnologie per il riscaldamento e per il freddo, sanno che è il momento di rendere esecutive le linee di indirizzo.
Decarbonizzazione, efficienza energetica, sicurezza energetica, maggiore ricerca, innovazione e competitività sono i traguardi da raggiungere entro il 2030
Nuove proposte emerse
Sono tre i binari di azione. Si lavora su incentivi e proposte di sensibilizzazione a partire dalla riqualificazione dell’esistente. La proposta di Assotermica riguarda i prodotti obsoleti che riscaldano le case italiane. Sull’esempio dell’etichettatura energetica dei nuovi elettrodomestici, che indica il grado di efficienza energetica, l’associazione propone un’etichetta valutativa della performance energetica da applicare alle caldaie già installate.
È un’iniziativa che consente al cittadino di conoscere la classe di appartenenza del prodotto così da poter compiere la scelta giusta: investire in un nuovo acquisto, recuperabile in parte anche con le detrazioni, e nel tempo risparmiare in bolletta o valutare il mantenimento dell’esistente. Sostituire gli apparecchi obsoleti con impianti nuovi e meno inquinanti sarebbe risolutivo fino a ridurre del 56% le emissioni attuali e anticiperebbe l’aggiornamento delle direttive europee sui limiti inquinanti di questi apparecchi. Il secondo tema è il controllo di mercato: le regole possono essere rigide, ma senza controllo viene danneggiato chi ha investito e chi è in regola.
Ci sono tre binari di azione: incentivi e proposte di sensibilizzazione a partire dalla riqualificazione dell’esistente, controllo di mercato, o una restituzione dell’investimento
Il protocollo di sorveglianza è un'iniziativa volontaria delle aziende per il monitoraggio delle caldaie immesse sul mercato nazionale ai sensi dei regolamenti di etichettatura energetica e di Eco-design. Il progetto vede il coinvolgimento di Enea. Valorizzare il protocollo è un segno di maturità del settore che vuole chiarire alcune zone grigie della legislazione sia a livello nazionale sia europeo. Il protocollo è il primo caso in Europa e sta facendo scuola.
E, infine, la qualità dell’aria: le grosse città stanno ampliando le ztl ma si deve lavorare sulle caldaie inefficienti. Il comune di Milano, ad esempio, ha definito un bando per la sostituzione delle grosse caldaie a gasolio. Il caso potrebbe fare scuola, ma ad oggi, purtroppo, non esiste ancora un catasto delle caldaie a livello nazionale, cosa che sarebbe invece utile per una visione uniforme in tutto il Paese. Infine, a livello federativo Anima ha richiesto un’audizione alla Camera dei deputati, in particolare alla Commissione Attività produttive nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di attuazione e di adeguamento della Strategia energetica nazionale al Piano nazionale Energia e Clima per il 2030.
Tra le proposte emerse si è sottolineato in particolare come l’Italia domini il mercato degli apparecchi ibridi che le istituzioni hanno scelto di incentivare, ad esempio con l’Ecobonus. Si auspica una restituzione dell’investimento con una rata iniziale che potrebbe corrispondere al 22% di Iva, senza attendere il rientro dell’investimento nel corso dei dieci anni successivi.
Preservare l’ambiente e il clima non è solo un obiettivo morale, ma può rappresentare una fetta di mercato molto appetibile a cui puntare
Preservare l’ambiente e il clima non è solo un obiettivo morale, ma una fetta di mercato molto appetibile a cui puntare. La Germania è arrivata circa al 34% di produzione elettrica da fonti rinnovabili con un surplus mostruoso. Ma c’è un problema legato all’energia elettrica: non si può stoccarla come altre forme di energia. Una delle nuove frontiere sarà convertire l’energia elettrica in idrogeno. In campo, quindi, rimangono rilevanti interessi economici.
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