Le zip più famose al mondo, e la loro superficie
Utilizzata dall’alta moda allo sport e al casual, dietro un piccolo oggetto è presente una lavorazione meccanica di grande precisione
di Carlo Fumagalli
23 gennaio 2019
Utilizzata dall’alta moda allo sport e al casual, dietro un piccolo oggetto è presente una lavorazione meccanica di grande precisione
di Carlo Fumagalli
23 gennaio 2019
Nel 1971 i Rolling Stones uscivano con il loro album Sticky Fingers. Per disegnare la copertina, Andy Warhol aveva avuto carta bianca dalla band: mise in primo piano un uomo con indosso dei jeans, e al centro una lampo (una zip reale e funzionante) che poteva essere abbassata e richiusa. Fece subito scandalo, ma divenne un’icona. Cerniere zip aprono e chiudono abiti, capi e accessori in pelle, calzature, tende da campeggio e tessuti di tappezzeria. Non soltanto nel mondo del casual, ma in tanti esempi di alta moda. Dietro a questo piccolo oggetto, che può avere diverse caratteristiche, a spirale, in metallo, invisibile, fisso e divisibile per adattarsi a ogni situazione, è presente una lavorazione meccanica di precisione. Soprattutto nella fase di finitura delle superfici metalliche. La perfetta sbavatura anche dei pezzi più piccoli deve assicurare superfici tanto piacevoli esteticamente quanto sicure e gradevoli al tatto, mentre la lucidatura e la finitura dei componenti conferiscono ai prodotti la brillantezza più elevata.
La finitura delle zip più famose al mondo
Rösler, azienda specializzata in finitura di massa e granigliatura, in combinazione con il lavaggio industriale, lavora con numerose applicazioni nel settore moda. E ha collaborato con il più grande produttore di accessori di chiusura. Fra cui le zip. Ykk Italia – parte dell’omonimo gruppo nato in Giappone nel 1936 – è attiva da 50 anni con lo stabilimento di Prarolo (nel Vercellese), dove vengono prodotte le chiusure lampo, mentre il polo di Ascoli Piceno (si chiama Ykk Mediterraneo) produce cursori, galvaniche, minuterie metalliche e bottoni a pressione.
Le macchine Rösler sono impiegate nella sbavatura e nell’asportazione del sottile sovrametallo presente nella produzione delle zip. «Dopo alcuni test in laboratorio che ci hanno permesso di simulare l’andamento del ciclo in tutte le sue fasi e di valutare, insieme al cliente, il raggiungimento del target» spiegano in Rösler, «la scelta è stata quella di utilizzare la macchina a forza centrifuga, che ci permetteva di arrivare a target con più velocità, rispetto alla macchina a vibrazione, senza utilizzare nessun media abrasivo, ed effettuando l’asciugatura dei pezzi direttamente nella stessa macchina». Il tutto potendo gestire il ciclo completamente in automatico con l’ausilio di un Plc.
Una nuova linea automatica
Nello stabilimento Ykk di Ascoli Piceno, si stanno specializzando in un processo sempre più richiesto dal mercato: la riscopertura delle superfici. Il prodotto – in questo caso il cursore della zip – viene prima rifinito con uno strato metallico (per esempio di palladio, nichel oppure oro nelle sue diverse sfumature di colore), che poi viene parzialmente rimosso per ottenere un effetto anticato.
«Abbiamo sviluppato e installato un telaio totalmente automatico che ci permette di realizzare internamente un processo che richiede molta personalizzazione» dice Massimo Andreani, manager della Ykk Mediterraneo, «un impianto ideato grazie al knoh how sviluppato dai nostri tecnici e ingegneri qui ad Ascoli, e che oggi produce in media 800 mila pezzi al mese, con picchi di 1,3 milioni».
Durante il processo, il trasferimento del metallo avviene senza la rotazione dei pezzi tipica della tecnologia “roto”. Ma in maniera statica, senza contatto fra i diversi pezzi. La linea automatizzata installata effettua i passaggi all’interno di diversi bagni galvanici, ed è possibile determinare al micron lo spessore del metallo e impostare il tempo di permanenza per ottenere uno specifico colore.
«Colori che spaziano da svariate tonalità di oro, marrone, verde, rosa» spiega Andreani, «è un mercato spesso guidato dai produttori chimici e dalle aziende di abbigliamento o moda che determinano i trend del momento e, di conseguenza, i colori da ottenere in produzione».
L’impianto è totalmente automatizzato, e per questo consente di avere una produttività decisamente elevata. Da qui parte il processo per dare al cursore l’effetto anticato. Per farlo, un impianto di burattatura (anche in questo caso è un impianto Rösler, al momento si stanno effettuando i test) riscopre il precedente strato di metallo. In un’ultima fase viene poi aggiunta una lacca, neutra o colorata, che può avere finalità estetiche o anche servire a garantire maggiore resistenza, per esempio, agli agenti atmosferici.