Moca, tutelare la salute del consumatore
A due anni dall’avvio del servizio di certificazione volontaria Moca, Icim tratteggia uno scenario del comparto del foodtech
di Valeria Mesolella, Responsabile Sviluppo Food Icim SpA
A due anni dall’avvio del servizio di certificazione volontaria Moca, Icim tratteggia uno scenario del comparto del foodtech
di Valeria Mesolella, Responsabile Sviluppo Food Icim SpA
Tutte le aziende presenti a Host, in misura diversa, sono interessate al tema dei Moca, i “Materiali e gli oggetti a contatto con gli alimenti”: un argomento di grande attualità che si pone l’obiettivo di tutelare la salute del consumatore, di fatto il destinatario finale di tutte le attività del comparto. Partecipano alla fiera (Host, 18-22 ottobre, Milano) un gran numero di aziende della filiera del foodtech, in prevalenza imprese italiane che rappresentano l’eccellenza dell’industria nazionale delle apparecchiature professionali. Un settore che supera i 5 miliardi di fatturato ed esporta all’estero circa il 70% della produzione.
Lo schema per la certificazione volontaria Moca sviluppato da Icim, ente di certificazione italiano a maggioranza Anima Confindustria, è stato presentato proprio in occasione della scorsa edizione di Host. A due anni di distanza, è possibile tratteggiare alcune caratteristiche del comparto e fornire indicazioni utili alle aziende interessate a difendere la propria competitività nel pieno rispetto delle regole. Le parole chiave per lo sviluppo sono informazione, formazione e divulgazione.
Lo schema messo a punto da Icim risponde all’esigenza delle aziende del foodtech di avere uno strumento unico per poter dimostrare al mercato, grazie anche alle verifiche di un ente terzo indipendente, l’applicazione di buone pratiche di fabbricazione (Gmp) e il rispetto dei requisiti di sicurezza e conformità.
Il campo di applicazione delle disposizioni sui Moca è molto ampio: riguarda tutte le aziende che producono macchinari, apparecchiature e materiali che possono prevedibilmente venire a contatto con i prodotti alimentari o con l’acqua destinata al consumo umano.
Il campo di applicazione delle disposizioni sui Moca è molto ampio: riguarda aziende che producono macchinari, apparecchiature e materiali che possono prevedibilmente venire a contatto con i prodotti alimentari
A livello nazionale e europeo
Altrettanto vasta, articolata e in continua evoluzione è la normativa che regola il settore dei Moca che, pur ampiamente regolamentati a livello nazionale ed europeo, non dispongono di un unico corpus legislativo armonizzato.
Le norme del settore (come il Reg. CE 1935/2004 il Reg. CE 2023/2006) sono costantemente aggiornate sulla base degli sviluppi tecnici in questo campo, relativamente alla loro produzione e sicurezza.
Nel primo semestre di quest’anno, ad esempio, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere le opinioni, le osservazioni e le proposte dei professionisti della filiera del packaging di tutti i paesi membri.
La consultazione mira ad accertare in che misura l’attuale legislazione che disciplina i Moca sia adatta allo scopo e produca i risultati attesi, nonché a individuare eventuali impatti o problemi imprevisti legati alla normativa vigente.
La valutazione della Commissione conseguente alla consultazione dovrà indicare se gli obiettivi e gli strumenti della legislazione in materia siano ancora pertinenti e coerenti.
Un rischio per la salute
I dati dell’Oms indicano come le sostanze chimiche rappresentino un rischio crescente per la salute; la stessa Efsa (European food safety authority) riconosce che bisogna affinare le analisi di rischio e che si deve considerare la possibilità del cosiddetto “effetto cocktail” delle miscele chimiche derivanti dalle cessioni dei materiali agli alimenti.
Il Raffs, il sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi, dichiara per il 2018 ben 138 segnalazioni di rischio sanitario da Moca (119 nell’anno precedente), in particolare migrazione di ammine aromatiche e formaldeide (50) e di metalli pesanti, principalmente nichel, piombo, cromo e cadmio (34), contaminazione industriale (22), alterazioni causate da frodi (3). A livello di prodotti, i Moca risultati irregolari provengono in maggior parte dalla Cina (96 contro i 26 provenienti complessivamente da nove paesi, inclusa l’Italia).
Un riferimento legislativo così articolato porta le aziende della filiera – soggetti quanto mai diversi tra Ho.Re.Ca., Gdo, industrie alimentari ma anche laboratori artigiani e piccole realtà – a orientarsi a fatica e a non riuscire a identificare sempre, seppure in buona fede, tutto quello che va fatto per essere in regola e per operare in sicurezza. Talvolta si procede, ad esempio, semplicemente compiendo una tantum le analisi di laboratorio per attestare la conformità Moca sul prodotto finito o su un campione di materiale.
Icim ha tenuto un convegno sui Moca a Host Milano 2019, presso la Food technology lounge di Anima
La complessità dei Moca
Difficoltà a recepire la complessità dei regolamenti che afferiscono ai Moca, a redigere la dichiarazione di conformità dei propri prodotti sulla base dei materiali effettivamente utilizzati, a disporre di adeguate procedure di tracciabilità dei materiali utilizzati direttamente o presenti nei semilavorati o componenti. È il quadro restituito da questi due anni di esperienza a stretto contatto con grandi e piccole aziende del foodtech.
Oltre alle difficoltà di gestione del magazzino e, non ultimo, a formare il proprio personale addetto alla produzione o alla lavorazione dei Moca in modo da poter garantire che durante l’intero processo – dalla materia prima, al prodotto finito, fino allo stoccaggio – non intervengano mai comportamenti o elementi tali da inficiare la qualità e la sicurezza del prodotto.
L’impatto a livello nazionale è significativo, dal momento che l’Italia rappresenta uno dei primi mercati di riferimento a livello internazionale per la filiera produttiva delle attrezzature impiegate nel settore del food & beverage, del catering equipment e dell’ospitalità: basti pensare che errori o inesattezze nella dichiarazione di conformità, oltre a costituire potenzialmente una violazione, possono portare a rallentamenti o blocchi nello sdoganamento delle merci.
Negli ultimi due anni Icim ha organizzato diversi incontri di formazione e informazione in collaborazione con le associazioni del comparto federate Anima, in particolare con Assofoodtec, riscontrando l’interesse delle aziende che, all’interno della Federazione, possono trovare tutte le informazioni del caso e avere a disposizione competenze adeguate e aggiornate in ambito tecnico e normativo.
Numerose le aziende – incluse imprese associate alle diverse organizzazioni della food industry di Anima – che si sono rivolte a Icim per la certificazione volontaria di Moca, come anche per un primo assessment (gap analysis) o per la formazione dei propri addetti.
Sia le grandi aziende sia le realtà più piccole hanno difficoltà a recepire la complessità dei regolamenti che afferiscono ai Moca, redigere la dichiarazione di conformità dei propri prodotti, disporre di adeguate procedure di tracciabilità dei materiali utilizzati
Per la certificazione
Il percorso certificativo Moca di Icim parte da un’analisi documentale del processo produttivo e dei prodotti sottoposti a certificazione. Si procede, poi, con la valutazione dei materiali componenti il prodotto, con la verifica della conformità di tutte le sostanze utilizzate per la fabbricazione e con la definizione del numero dei campioni da esaminare e dei parametri da analizzare.
A valle dell’esito positivo delle risultanze della conformità dei processi produttivi e di specifici test di laboratorio, si emette il certificato, che ha una validità di 5 anni e prevede sorveglianze e controlli a cadenza annuale.
Obiettivo della Certificazione di Moca secondo lo schema Icim è quello di aiutare le aziende a diventare conformi, non solo per evitare le sanzioni, ma soprattutto per attestare la qualità e sicurezza dei loro prodotti e per porsi in modo distintivo sul mercato.
Per una realtà operante in questo settore, certificarsi significa innanzitutto offrire un’evidenza di conformità importante al proprio mercato di riferimento. Inoltre, la certificazione impone l’analisi del proprio modo di lavorare, per comprendere se i processi lavorativi siano conformi alle complesse norme che presiedono ai materiali a contatto con gli alimenti. Il percorso di certificazione permette di avere un confronto con un corretto modello di risk assessment interno e consente di proporsi in modo adeguato al proprio mercato di riferimento, emergendo per serietà e affidabilità.
Tra gli altri vantaggi dalla Certificazione di Moca di Icim: elevare la conoscenza, la competenza e la consapevolezza del personale; mitigare i rischi legati a potenziali non conformità di processo/prodotto con conseguenti ricadute sul brand aziendale e, infine, possibilità di tenere sotto controllo e aggiornato il sistema procedurale aziendale in un’ottica di miglioramento continuo, grazie alle verifiche annuali di mantenimento della certificazione. Ricordiamo anche che la Certificazione di Moca di Icim permette di svolgere audit integrati con i più comuni Sistemi di Gestione per la Qualità (ad esempio ISO 9001, ISO 22000).
Consapevolezza per i consumatori
Guardando al futuro è opportuno che venga attuata una politica di divulgazione per il comparto del foodtech, soprattutto per il consumatore – sempre più attento alla composizione dei cibi, al “contenuto” del piatto, ma poco consapevole sul “contenitore” e su tutti i materiali che entrano in contatto con gli alimenti.
Non dobbiamo dimenticare che la sicurezza alimentare passa anche attraverso i macchinari e le attrezzature utilizzate per la produzione degli alimenti. Certo, il consumatore deve essere tutelato dai controlli “a monte” ma il mercato globale oggi sempre più sollecita gli utenti finali ad avere un ruolo attivo a salvaguardia della propria salute.
È importante che il consumatore abbia la corretta percezione del valore proposto da tutte le aziende che, rispettose delle regole, vedono il proprio ritorno economico inficiato da fenomeni di concorrenza sleale e contraffazione.
Icim offre servizi con un approccio globale alla sicurezza alimentare e nel rispetto dei requisiti relativi a materiali, prodotti, imballaggi, produzione, tracciabilità, gestione dei rischi. Accanto alla Certificazione di Moca, Icim propone anche la Certificazione dei prodotti e materiali a contatto con l’acqua potabile, secondo uno schema proprietario accreditato Accredia, che anticipa la revisione della Drinking water directive a livello europeo.
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