«Grazie ai diversi incentivi di varia natura succedutisi nel corso degli ultimi anni, le imprese hanno investito molto in nuove tecnologie riconducibili al Piano 4.0. Il problema è che molte lo hanno fatto attratte più dai vantaggi economici che hanno ottenuto nel breve periodo piuttosto che da un vero e proprio ridisegno del processo industriale».
È questa l’idea di Paolo Gianoglio, direttore Innovazione, Sviluppo e Relazioni Associative di Icim Group, polo di competenze che offre servizi di certificazione, ispezioni, prove e supporto tecnico che ha aderito al Cluster Fabbrica Intelligente (di cui abbiamo parlato qui) nel 2021.
Paolo Gianoglio
«Il giudizio – continua Gianoglio – nasce da un lungo lavoro che ha visto il gruppo ingaggiato sul tema della transizione digitale su quasi tutti i tavoli interpretativi del Piano 4.0 con il rilascio di oltre 2.000 attestazioni per un sottostante di oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro di investimenti ».
Un punto di osservazione della progettazione importante da cui Gianoglio evidenzia come le imprese «abbiano sottovalutato dei temi centrali come sostenibilità, qualità e sicurezza sul lavoro, sottostimati perché ci si è concentrati su un generico aumento dell’efficienza produttiva, considerando per esempio l’abbattimento dei consumi energetici o delle riduzioni delle emissioni come semplici esternalità positive ottenute, quasi “naturalmente” dall’adozione di nuovi macchinari.
Al contrario – continua Gianoglio – ci sono esempi molto virtuosi che evidenziano come lungimiranza e progettualità risultino dei fattori sempre vincenti. È il caso di alcune aziende nei settori delle rubinetterie e delle valvole che hanno lavorato per introdurre elementi di automazione nella separazione degli scarti riuscendo a valorizzare le leghe più preziose».
Ci sono esempi molto virtuosi che evidenziano come lungimiranza e progettualità risultino dei fattori sempre vincenti
Abbiamo capito che è necessario riflettere sulle logiche che governano la gestione della qualità, ed è questo contributo di riflessione che possiamo portare all’interno del cluster. Un tempo per garantire la qualità era necessario dedicare la dovuta attenzione agli output della produzione, spendendo tempo in controlli e collaudi.
In futuro questa fase potrebbe essere meno importante perché dalle macchine sappiamo praticamente tutto e perché abbiamo tonnellate di dati e di informazioni, mentre è sempre più importante lavorare sulla progettazione. Anche i cicli, sempre più rapidi di innovazione del prodotto ne moltiplicano l’impatto, se una volta si progettava ogni due anni oggi si progetta ogni settimana, la cosa, unita a una forte targettizzazione del prodotto, amplifica l’importanza delle fasi a monte della produzione.
In sintesi, crediamo che la digitalizzazione avrà significativi impatti sui sistemi di gestione per qualità, ambiente e sicurezza, e che tali sistemi a loro volta possano essere driver importanti per gestire questo cambiamento».