Da un progetto italiano: il primo sistema di levitazione magnetica entra nelle fabbriche
Piattaforme industriali e ascensori a levitazione magnetica sono già presenti nelle fabbriche, e permettono di risparmiare energia e manutenzione.
Piattaforme industriali e ascensori a levitazione magnetica sono già presenti nelle fabbriche, e permettono di risparmiare energia e manutenzione.
Poche settimane fa è stato presentato in Italia il primo ascensore a levitazione magnetica del mondo. A installarlo e metterlo in commercio un gruppo di giovani imprenditori italiani che nel 2016, ancora studenti, si erano distinti in una call for ideas lanciata da Hyperloop (il futuribile progetto di treno superveloce ancora in cantiere). Il successo degli allora studenti è arrivato grazie a un nuovo tipo di levitazione magnetica che, in attesa di essere utilizzato per il trasporto “orizzontale” di merci e persone, è stato declinato in verticale nella progettazione di ascensori e, in ambito industriale, all’interno di stabilimenti.
«Ironlev è nata circa tre anni fa da una mia intuizione» spiega Adriano Girotto, uno dei fondatori, «e in seguito, assieme a Luca Cesaretti e Lorenzo Andrea Parrotta, è stata fondata Ironbox Srl, una società che si occupa di sviluppare e applicare in svariati settori la nostra tecnologia di levitazione magnetica. In fase iniziale abbiamo realizzato e divulgato dei prototipi sperimentali per dimostrare la consistenza dell’invenzione realizzata. In seguito grazie alla attività di Ironbox la tecnologia è entrata in produzione e ora è commercializzata nel settore dei serramenti, nel settore industriale e degli ascensori».
Si tratta di un sistema di levitazione non alimentato elettricamente che sfrutta le proprietà dei materiali ferro-magnetici per produrre un effetto di galleggiamento rispetto ai binari in ferro
Semplificando «si tratta di un sistema di levitazione passivo, quindi non alimentato elettricamente» spiega Adriano Girotto, «ma con utilizzo di magneti permanenti che sfrutta le proprietà dei materiali ferro-magnetici (comuni rotaie in ferro) per produrre un effetto di galleggiamento rispetto ai binari in ferro. Cosa importante da sottolineare è che i nostri pattini, oltre a galleggiare rispetto al binario in ferro, rimangono vincolati al binario stesso impedendo qualsiasi fenomeno di deragliamento». L’idea nasce da un vecchio progetto di Girotto sullo studio di un motore elettrico lineare: «Durante lo sviluppo sono incappato in un problema tecnico che mi ha ispirato l’idea della levitazione; in pratica ho trasformato un problema in una nuova opportunità».
Un impiego industriale per aumentare l’efficienza dei macchinari
L’ascensore è la prima applicazione people-mover, ma esiste un altro interessante impiego attualmente in uso all’interno degli stabilimenti Cnh Industrial. «La tecnologia di levitazione magnetica Ironlev» continua infatti Adriano Girotto, «consente di eliminare gli attriti in tutti gli organi meccanici dedicati allo scorrimento e alla rotazione presenti nei macchinari industriali. Questo comporta un aumento dell'efficienza energetica dei macchinari e una notevole riduzione dei costi di manutenzione dovuti alle usure che i normali organi meccanici hanno. Caso emblematico è quello di Cnh Industrial, in cui abbiamo sostituito delle piattaforme elettriche utilizzate per la movimentazione di merci pesanti all’interno dello stabilimento, con piattaforme a levitazione magnetica passiva prive di alimentazione elettrica. In questo caso – aggiunge – oltre all’energia abbiamo ottenuto anche un risparmio di implementazione impianto per la mancanza degli organi elettrici di movimentazione e dei relativi sistemi di gestione sicurezze».
La tecnologia di levitazione magnetica comporta un aumento dell'efficienza energetica dei macchinari e una riduzione dei costi di manutenzione dovuti alle usure dei normali organi meccanici
Verso il futuro dei trasporti ultraveloci
In ambito trasporti Ironlev è ancora in fase di R&D, anche se di fatto l’ascensore appena presentato è un mezzo di trasporto a tutti gli effetti ed è funzionale a un approdo verso futuri trasporti a movimentazione orizzontale, per esempio nei sistemi people-mover. Qui i vantaggi saranno ancora più importanti: «Nei trasporti a bassa velocità l’assenza di attrito può portare a risparmi elevati, anche del 50%» continua Girotto, «Nei trasporti ad alta velocità l’attrito dell’aria gioca un ruolo primario nella efficienza del veicolo e se si vogliono raggiungere rendimenti elevati bisogna passare a sistemi tipo Hyperloop. Anche in termini di impatto ambientale i risultati potranno essere piuttosto significativi: oltre ai risparmi energetici e di materie prime, l’importante riduzione dell’usura di gomme e rotaie sono un fattore determinante, anche perché normalmente queste si consumano molto velocemente».
Sul Roi e gli eventuali retrofitting di tratte già esistenti Girotto è molto onesto: «Non si possono ancora fare delle stime precise, molto, forse troppo, dipende dalla tipologia di tratta e dai mezzi che si andranno a installare». Certo è che l’ingresso nel settore del trasporto è molto complesso, anche se nei progetti iniziali (già nel 2018) Girotto sosteneva che con questa tecnologia – nota nella forma e utilizzata con soluzioni diverse in alcuni treni giapponesi – i veicoli avrebbero potuto raggiungere velocità folli, oltre 1000kmh, e che i limiti non dipendessero dai pattini, e quindi dalla tecnologia in sé, ma dalle fattezze del veicolo e dall’infrastruttura in cui esso sarebbe stato inserito.
I vantaggi: minore consumo di energia, derivante dal minor attrito di scorrimento, e maggiore sicurezza, perché il pattino, oltre a portare il peso del veicolo, si vincola alla rotaia. Si abbattono anche i costi di manutenzione: non essendoci sfregamenti sulla rotaia, come per una comune ruota, e non trasmettendo vibrazioni alla strutture che sorregge il veicolo, ci sarà sostanzialmente, come già sottolineato, meno usura.
Se quello di Hyperloop, al momento, rimane ancora un sogno troppo lontano, ascensori e piattaforme industriali sono già una certezza valida e consolidata.