Quando il sistema funziona: la water efficiency dell'Acquedotto Pugliese
Intervista a Francesca Portincasa, coordinatore industriale e direttore reti e impianti.
Intervista a Francesca Portincasa, coordinatore industriale e direttore reti e impianti.
L’Italia si colloca tra i paesi più ricchi di risorse idriche, potendo vantare una disponibilità teorica annua di 2.700 m3 pro-capite; tuttavia, la domanda idropotabile non risulta soddisfatta. Acquedotto Pugliese, nel nostro paese,
rappresenta una realtà virtuosa nella gestione delle reti idriche, con reti per 20.000 km al servizio di oltre 4 milioni di cittadini, 12.000 km di reti fognarie e 184 depuratori.
Anche in questo articolo, con Armando Carravetta, professore del dipartimento di Ingegneria civile, edile e ambientale dell'Università Federico II di Napoli abbiamo parlato di infrastrutture degli acquedotti e su quali progetti puntare per migliorarli.
L’azienda rappresenta uno tra i maggiori player nazionali nella gestione del ciclo idrico integrato e una delle opere d’ingegneria civile più complessa d’Europa, in grado di garantire l’approvvigionamento di acqua potabile alla Puglia (100% della popolazione), alla Basilicata (25%) e alla Campania (2%).
Le stime della Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche rilevano una perdita media di circa il 40% di acqua da parte delle reti idriche italiane. A cosa è dovuta questa situazione, e come migliorarla?
La tutela e la valorizzazione della risorsa idrica oggi è un impegno irrinunciabile, come testimoniato, tra l’altro, dai cambiamenti climatici in atto. Noi siamo impegnati nel fronteggiare le conseguenze legate ai cambiamenti climatici in atto e ridurre la vulnerabilità del sistema nel lungo periodo a causa della scarsità di acqua. In quest’ottica, l’azienda sta puntando allo sviluppo di quattro direttrici di azione: il risanamento delle perdite, la ricerca di nuove fonti, la dissalazione delle acque e il riuso delle acque di depurazione. Per il risanamento delle reti, Acquedotto Pugliese – con un livello di perditein linea con i dati nazionali – ha varato una manovra straordinaria da oltre 2 miliardi di euro. Un piano partito nel 2021 che vedrà il suo completamento nel 2043.
Intanto, con una spesa di 80 milioni, destinati alla realizzazione di 155 chilometri di nuove reti in 21 comuni, ha preso il via il progetto denominato “Risanamento Reti 3”. A seguire, prenderanno l’avvio il progetto di “Risanamento Reti 4”, che prevede un investimento di 637 milioni di euro per la sostituzione e la distrettualizzazione di reti in 94 comuni, e il progetto di “Risanamento Reti 5”, che riguarderà 115 comuni per un importo di 1,2 miliardi.
Come avviene il monitoraggio delle perdite e la manutenzione delle reti idriche?
Oltre alle azioni straordinarie, Acquedotto Pugliese è impegnato quotidianamente in interventi ordinari di manutenzione delle condotte idriche. Nel 2020 le squadre di Acquedotto Pugliese hanno infatti ispezionato
complessivamente 4.900 chilometri di rete, localizzando 3.900 perdite. Nell’ambito della ricerca di nuove fonti sono allo studio progetti per poter sfruttare fonti idriche importanti e attualmente inutilizzate lungo la direttrice Adriatica. Al contempo, la società è impegnata nei progetti di dissalazione delle acque. Alle Isole Tremiti, entro il 2026, entrerà in esercizio il primo moderno dissalatore idropotabile della Puglia.
Un altro tema di grande rilevanza è il riuso acque di depurazione. Acquedotto
Pugliese promuove una gestione sostenibile delle acque di depurazione e in particolare il loro riuso. Attualmente sono dieci gli impianti di affinamento per il riuso delle acque depurate, di cui quattro per il riuso in agricoltura e due per il riuso ambientale. Con l’introduzione di nuove tecnologie e processi sostenibili nel 2020 abbiamo investito oltre 66 milioni sul comparto depurativo, segno della nostra costante attenzione al tema.
Tecnologia e innovazione rappresentano due punti cardine nel vostro continuo processo di sviluppo. Come si sta muovendo Acquedotto Pugliese in questo senso?
Per l’ottimizzazione della gestione idrica, Acquedotto Pugliese ha diversificato
il proprio approccio puntando in particolare su strategie di asset management e innovazione tecnologica. Tra gli interventi strategici vi è il pressure management, inteso non solo come uno strumento di controllo delle perdite, ma anche di gestione della domanda idrica, di conservazione della risorsa e di miglioramento del servizio ai clienti, grazie al minor numero di interruzioni del servizio. A tali interventi si sono aggiunti la realizzazione dei Distretti (Dma, District Metered Area) per la redazione di bilanci delle reti di distribuzione e il controllo attivo dei volumi di perdita e di recente la campagna massiva di sostituzione di oltre un milione di contatori meccanici con smart meter di ultima generazione.
Oggi, grazie alle strategie messe in campo e l’introduzione di innovative tecnologie per la pre-localizzazione delle perdite (satellitari, georadar, microonde, correlatori), gli operatori di Acquedotto Pugliese sono in grado di investigare in modo mirato porzioni di rete, pianificando le attività sulla base di obiettivi di efficacia ed efficientamento. Allo stesso tempo, visto il forte legame tra acqua ed energia nei sistemi in pressione, Acquedotto Pugliese sta portando avanti, ormai da diversi anni, analisi energetiche associate all’analisi
idraulica, al fine di individuare le migliori strategie di “watergy efficiency”
dei sistemi. Il risultato è il soddisfacimento della domanda con il minor impiego possibile di risorse idriche e di energia.
Pnrr, un’occasione di ammodernamento per le reti idriche in tutta Italia.
Gli incentivi previsti dal Pnrr possono costituire un’opportunità senza precedenti per il nostro paese, potranno consentire l’adozione di progetti strategici volti a colmare le criticità strutturali del settore. Per dare la dimensione del fenomeno, si evidenzia in ogni caso che Acquedotto Pugliese ha candidato, attraverso la Regione Puglia, interventi per un ammontare complessivo superiore a 200 milioni a fronte di risorse presenti nel Pnrr e destinate alla Tutela del Territorio e della risorsa idrica nel Mezzogiorno, che sarebbero pari a 330 milioni.
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