I dati della Commissione europea per il 2019 nell'indice di digitalizzazione dell'economia e della società (Desi) vedono l'Italia collocarsi al 24º posto fra 28 Stati membri dell'UE. Nonostante questo, il nostro Paese viene comunque considerato in buona posizione, anche se ancora al di sotto della media in materia di connettività e servizi pubblici digitali.
In questo ampio discorso che riguarda la digitalizzazione rientra anche l’Additive Manufacturing, una delle tecnologie abilitanti che si sta facendo largo rapidamente in tutti i settori industriali, con un mercato che si stima supererà nel 2023 i 27 miliardi di dollari.
Quando si parla di tecnologie additive non si parla di cambiare solo i processi produttivi, ma di cambiare approccio mentale, ottica e integrare questa tecnologia additiva nella propria azienda. Non è quindi solo una questione di investimenti, ma di mentalità e verticalizzare, è la parola che più rappresenta il futuro delle aziende e del business: integrare nella propria produzione passaggi che prima venivano fatti all’esterno. Per questa presa di coscienza dobbiamo ringraziare, se così si può dire, la pandemia che ci ha messo nella condizione di capire che le aziende devono e possono occuparsi internamenti di alcuni step produttivi.
Le altre parole che la tecnologia additiva porta con sé sono: personalizzazione e sostenibilità e di questo se ne è parlato con Michele Lanzetta, Professore di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Università di Pisa e responsabile gruppo Additive Manufacturing Aitem, con Emea, Siemens, HP Italy, Everex, B&R Automazione Industriale e Roboze durante gli incontri virtuali di Sps Italia. Perché se vero che, ad esempio, con la stampa ad iniezione io posso ottimizzare la mia produzione su grossi lotti è altrettanto vero che non posso customizzare il mio prodotto. Con la tecnologia additiva inoltre si ha uno scarto di materiale irrisorio, dato dalla pulitura e fresatura e, in ultimo, ma non per importanza, il magazzino diventerebbe digitale, di software, a portata di click.
Verticalizzare, è la parola che più rappresenta il futuro delle aziende e del business: integrare nella propria produzione passaggi che prima venivano fatti all’esterno
Ma con Sps Italia, e con il suo Osservatorio su l'additive manufacturing di cui abbiamo parlato qui, con lo studio “Conoscenza, uso e sviluppi futuri delle tecnologie additive”, in collaborazione con il Politecnico di Torino e il suo Competence Center +CIM4.0, il Politecnico di Milano e Made, l'Università degli Studi di Pavia e il partner strategico Porsche Consulting, che ci rendiamo conto del potenziale di questa tecnologia.
Ed è appunto del potenziale ancora da sviluppare che s’è parlato con gli otto Competence Center Italiani co-finanziati dal Mise: Artes 4.0, Bi-Rex, Cim4.0, Cyber 4.0, Smact e Start 4.0 e Made 4.0. Concentrati sui servizi di formazione e orientamento per supportare le pmi e il tessuto manifatturiero italiano in un processo ancora tutti in divenire, quale è la trasformazione digitale, e creare figure in grado di capire come trasformare i processi in base alle tecnologie abilitanti in un percorso di transizione verso il 4.0. Perchè con i con il piano Industria 4.0, poi Impresa 4.0 e oggi Transizione 4.0, gli otto Competence Center di partenariato pubblico-privato si gioca il futuro del paese insieme ai Digital Innovation Hub e i Punti d’Impresa Digitale delle Camere di Commercio. Ma è con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che ci si aspetta il vero giro di boa, con uno stanziamento di 350 milioni per tutto il periodo 2021-2026 con l’intento di rafforzare e riordinare questo ecosistema molto frammentato che comprende 700 strutture censite dall’Atlante I4.0.
La strada è ancora in salita, questo è vero, ma il 2020 e il 2021 hanno tracciato un profondo solco tra quello che era fare azienda prima e quello che è e sarà fare azienda da ora in poi. S'è resa evidente la potenzialità dell’ad nel ridurre il time to-market e risolvere velocemente i problemi legati alla supply chain dati dalla pandemia, ed ora che la strada è chiara bisogna sviluppare questo nuovo futuro.
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