Crescono i robot venduti in Italia, +27%
La metalmeccanica è il settore principale di destinazione. La tavola rotonda Robot e Meccatronica di Sps Italia ha analizzato il settore, con un focus sul packaging
Redazione
La metalmeccanica è il settore principale di destinazione. La tavola rotonda Robot e Meccatronica di Sps Italia ha analizzato il settore, con un focus sul packaging
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Sono 9.847 i robot venduti in Italia l’anno scorso, con un salto del +27% rispetto al 2017. La robotica cresce in Italia, insomma, e a ritmi sostenuti: 5 volte in più rispetto alla media mondiale. I dati, che portano la firma dell’Ifr, sono stati presentati da Arturo Baroncelli, consigliere di Siri (l’associazione italiana di robotica e automazione) e manager di Comau, durante la tavola rotonda “Robot e meccatronica” organizzata oggi a Milano da SPS Italia.
«Settore principale di destinazione è la metalmeccanica, in crescita come anche il comparto food» spiega Baroncelli. Nella classifica delle vendite l’Italia è al settimo posto nel mondo, seconda in europa. «Storicamente ci attestavamo in torno al quarto o al quinto, ma è da registrare la grande crescita di paesi asiatici negli ultimi 10 anni».
Nona posizione al mondo per quanto riguarda la densità di robot (ovvero il numero di robot per operatore). Sul tema è intervenuto anche Marco Bentivogli, segretario generale Fim-Cisl, «È dimostrato che i paesi a più alta densitò di robotica sono anche i paesi a più bassa disoccupazione» ha spiegato, «in Giappone, per esempio, la disoccupazione sta addirittura scendendo dal 2,5 al 2,4%» numeri impensabili in Italia. «Ma il nostro è ancora un paese tecnofobo» ha continuato, «Non è la tecnologia che cancella posti di lavoro ma l’assenza, al contrario, migliora la condizione del lavoratore e la produttività dell’azienda».
La mappatura del Politecnico nel settore packaging
L’evento è stato anche l’occasione per presentare il focus Packaging della “Mappatura sulle sfide e le potenzialità della robotica in ambito industriale” a cura del Politecnico di Milano e di Messe Frankfurt. «In questo studio abbiamo dialogato sia con aziende del mondo packagig sia con gli utilizzatori» ha spiegato Giambattista Gruosso del Politecnico, «l’uso principale della robotica avviene nelle linee e nei processi produttivi, ma il 30% del campione sta sperimentando anche in settori differenti». Il 13% del campione, invece, non sta impiegando robotica nel proprio processo.
Ancora dominante la robotica tradizionale, ma il 19% delle aziende si servono anche di robotica collaborativa, «sempre più interessante, ma non ancora a livelli di diffusione pari a quella tradizionale» sottolinea Gruosso.
Le principali operazioni? Asservimento macchine utensili, assemblaggio, pick up prodotti e poi pallettizzazione. Il 75% delle aziende intervistate sta iniziando a usare robotica integrata con intelligenza artificiale – forse il trend più interessante – «si va da algoritmi evoluti per il riconoscimento di oggetti» spiega Gruosso, «fino a sistemi più semplici».
Ancora un nervo scoperto, però, quello dei costi: secondo gli intervistati servirebbero robot più economici e più semplici da utilizzare. Mentre l’instabilità politica rende difficile pensare a investimenti di lungo respiro.