La meccanica cresce. Poco.
La crescita degli investimenti passa dal +7 del 2018 al +2 delle previsioni 2019. Gli imprenditori Anima presentano al Governo un "Manifesto 2020" per ridare slancio al settore
Redazione
La crescita degli investimenti passa dal +7 del 2018 al +2 delle previsioni 2019. Gli imprenditori Anima presentano al Governo un "Manifesto 2020" per ridare slancio al settore
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Una meccanica che cresce. Ma non abbastanza. Il segnale più preoccupante viene dagli investimenti che nel 2018 registrano un +7% rispetto al 2017, mentre già le previsioni 2019 stimano solo un +2% di incremento. Numeri, questi, che il Piano 4.0 aveva portato a doppia cifra. Non è più così e il domani è meno positivo dell’oggi.
È la sintesi dei dati presentati oggi all’assemblea generale di Anima Confindustria, al palazzo delle Stelline di Milano. Nell’occasione il mondo imprenditoriale ha presentato al governo un “Manifesto della Meccanica” con richieste mirate su energia, export, made in Italy, ambiente, infrastrutture e trasporti, per fare in modo che le istituzioni si occupino di dare un nuovo slancio al settore. Le proposte si basano sulle esigenze degli imprenditori della meccanica e sulle statistiche.
il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia con Marco Nocivelli, presidente Anima
Confermare i provvedimenti che hanno dato buoni risultati
«Il Piano Industria 4.0 è stato il riferimento per le politiche di investimento delle imprese», dice Marco Nocivelli, presidente Anima Confindustria. «Il vero punto di forza è aver individuato un obiettivo strategico, come l’integrazione delle tecnologie innovative, la trasformazione digitale delle imprese e aver messo in campo un pacchetto di strumenti coordinati: investimenti innovativi, finanza, competenze, infrastrutture di rete. Confidiamo che il Governo dia continuità alle misure, anche con una rimodulazione degli interventi in chiave di innovazione e sostenibilità, e auspichiamo che il Piano possa avere un orizzonte temporale di almeno tre anni, che permetta un contesto stabile per la programmazione degli investimenti».
Sul tema ha commentato Ivan Scalfarotto, sottosegretario al ministero degli Affari esteri: «Bisogna ripetere le buone manovre che sono già state effettuate con i governi Renzi e Gentiloni, e confermare tutto quello che è stato fatto con industria 4.0. È necessario confermare gli incentivi per ricerca e sviluppo e puntare sull’internazionalizzazione, anche rifinanziando in modo adeguato i piani per il Made in Italy».
Il sottosegretario agli Esteri Ivan Scalfarotto interviene durante l'assemblea Anima
I numeri della meccanica varia
Secondo i dati elaborati dall’Ufficio studi Anima, l’industria meccanica italiana dovrebbe presentare una crescita più contenuta nel 2019. La produzione 2018 ha raggiunto quota 48,7 miliardi di euro, con un incremento del +1,5% rispetto al 2017. A fine 2019 sarà superata la soglia dei 49 miliardi di euro con un aumento del +1%.
l'export rimane il punto di forza
La meccanica italiana conferma di essere ancora molto legata all’export, con 28,7 miliardi di euro di fatturato (su 49,1 totali) secondo le previsioni sul 2019. Più della metà. La crescita è di +1,1%, a fine 2018 il dato segnava +1,7. La guerra dei dazi e le crisi geopolitiche non aiutano sicuramente lo sviluppo delle esportazioni.
«L’Italia è un grande paese esportatore, deve essere necessariamente contro ogni protezionismo» dice il sottosegretario Ivan Scalfarotto. «Il nostro interesse è che i mercati siano aperti, bisogna invitare le parti alla ragionevolezza. Eventi come quelli che stanno succedendo tra Stati uniti e Europa, come l’imposizione dei dazi Usa e la vicenda Airbus, sapendo che tra poco noi potremmo imporre gli stessi dazi sui Boeing, vanno evitati. Bisogna parlarsi, capire che l’industria aerospaziale ha alcune caratteristiche che sono oggettive e provare a rimuovere quelle che sono le condizioni di una guerra commerciale che fa male a tutti, compreso il nostro paese. E fanno male a tutti i consumatori in tutto il mondo, anche a quelli americani: in un mondo chiuso dai dazi anche loro avranno meno scelta, meno possibilità, e avranno prezzi più alti».
Secondo Scalfarotto bisogna rafforzare l’industria con misure analoghe a Industria 4.0, e «puntare a una defiscalizzazione automatica degli incrementi del fatturato derivanti dall’export».
Il problema delle infrastrutture
Per esportare le merci all’estero Anima Confindustria rileva il fatto che l’inefficienza della rete delle infrastrutture ha un impatto diretto sull’andamento del commercio in generale e, di conseguenza, sull’industria manifatturiera e le sue imprese, con ricadute negative sugli investimenti italiani e stranieri e su tutto il sistema economico del Paese. I trasporti eccezionali e supereccezionali sono spesso limitati dall’inadeguatezza delle strade.
«Le infrastrutture fanno parte della società che Confindustria vuole. Abbiamo bisogno di svilupparle. Occorre superare i conflitti interni al governo e dimensioni di ansie. Evitiamo effetti sull'economia reale» afferma Vincenzo Boccia.
Il decreto sblocca cantieri
«I provvedimenti recentemente introdotti, come il Decreto Sblocca Cantieri, vanno nella giusta direzione, ma per un vero rilancio dell’economia è necessaria un’azione strategica di più ampio respiro; ad esempio è auspicabile una revisione generale del Codice dei Contratti pubblici che abbia come principi cardine la maggiore semplificazione del sistema degli appalti e un vero sostegno e valorizzazione della produzione industriale nazionale. A breve termine, la gestione delle infrastrutture del paese non può prescindere dal prendere in considerazione la criticità del trasporto eccezionale, poiché le forti restrizioni imposte dalla fine del 2016 stanno avendo un forte impatto sull’industria», dichiara Nocivelli.
il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia interviene durante l'assemblea Anima
Il problema delle infrastrutture
È chiaro, inoltre, che la legislazione ambientale stia diventando sempre più impattante per l’industria meccanica, dalla gestione dei rifiuti all’economia circolare, dall’uso sostenibile delle risorse all’impatto sulla qualità dell’aria. L’attenzione dell’industria meccanica per la sostenibilità è oggi accompagnata dalla centralità nel programma di Governo del cosiddetto “Green New Deal”.
L’ambizioso obiettivo del piano, cioè permettere la transizione del sistema produttivo verso un nuovo paradigma sostenibile, richiederà indubbiamente l’impegno da parte di tutti gli attori coinvolti: istituzioni, imprese e cittadini.
«L’industria nel suo complesso e il settore della meccanica, in particolare, hanno da tempo intrapreso un cammino diretto a migliorare le proprie performance ambientali. Per il raggiungimento degli obiettivi già definiti, o in via di definizione, a livello europeo e internazionale, sarà quindi richiesto un sempre maggior impegno da parte del settore industriale, che può essere supportato dalle istituzioni con alcuni interventi specifici.
Nel dettaglio, Anima auspica l’avvio in tempi brevi di un serio piano di investimenti per lo sviluppo sostenibile, che consenta alle imprese, soprattutto medio-piccole, di sprigionare quanto più possibile le proprie competenze tecnologiche e gestionali, un passo necessario per favorire il disaccoppiamento fra la crescita economica-industriale e gli impatti ambientali», continua Nocivelli.
Da sinistra in prima fila: Sandro Bonomi, Marco Nocivelli, Ivan Scalfarotto, Giovanni Brugnoli, Alberto Montanini
Nel Manifesto anche energia e clima
In particolare, dal punto di vista energetico e ambientale il contesto storico attuale è molto importante per il sistema industriale, sia perché segna un primo traguardo temporale per gli obiettivi del “vecchio” Piano 20-20-20, sia perché determina un impegno ancora più forte in relazione agli scenari 2030 e 2050 del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). È previsto, infatti, che l’Italia debba accelerare il processo di decarbonizzazione, agendo prioritariamente sull’efficientamento degli edifici e incrementando l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile.
«Nell’ambito della discussione in corso per la finalizzazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, ANIMA ritiene importante concentrare gli sforzi nello sviluppo dell’efficienza energetica, nella diffusione delle tecnologie rinnovabili, specialmente quelle a basse emissioni, nella promozione dell’innovazione tecnologica dell’industria nazionale. Si tratta, infatti, di settori che ricoprono un ruolo di eccellenza nel panorama industriale nazionale: è un’industria competitiva caratterizzata da una grande attenzione all’aggiornamento del quadro regolatorio di riferimento e che è in grado di fornire un contributo concreto per il raggiungimento degli obiettivi nazionali fissati al 2030», chiude Nocivelli.