La meccanica punta tutto sul 2021
Il 2020 è stato un anno difficile, anche e soprattutto per l’industria meccanica, che ha registrato dati in negativo, vicini a quelli della crisi del 2008.
di Lucrezia Benedetti
Il 2020 è stato un anno difficile, anche e soprattutto per l’industria meccanica, che ha registrato dati in negativo, vicini a quelli della crisi del 2008.
di Lucrezia Benedetti
La meccanica fa un bilancio di fine anno e accusa il colpo dell'emergenza Covid19: a pagare è soprattutto l'export, storicamente traino dell'industria italiana anche nei momenti di crisi. I dati Anima, di Federmeccanica e di Ucimu chiudono l’anno preceduti da un meno. Tutti si augurano una ripresa, attesa nel 2021.
Dall'indagine congiunturale di Federmeccanica emerge, da gennaio a settembre del 2020, un calo della produzione metalmeccanica del 17,9% rispetto a all’anno precedente, e si prevede un’ulteriore brusca frenata per fine anno. Inoltre il 19% delle imprese pensa di dover ridurre la forza lavoro nei prossimi sei mesi.
È stato registrato anche un calo diffuso a tutte le attività dell’aggregato con variazioni negative mediamente comprese tra il 14% e il 18%, ma per le imprese costruttrici di autoveicoli e rimorchi la contrazione è stata pari al 30,7%.
Sempre dai dati forniti da Federmeccanica, con riferimento all’interscambio commerciale, sempre nei primi nove mesi dell’anno, il comparto ha registrato una contrazione media dei valori di fatturato esportato pari al 13,2% mentre le importazioni si sono ridotte del 15,6%. In particolare si sottolinea il crollo dei flussi di prodotti metalmeccanici diretti verso i principali partner europei quali la Germania, che segna un meno 12,8%, rispetto a gennaio-settembre 2019, la Francia con meno 17,6%, ma anche il Regno Unito con meno 17% e la Spagna con un valore negativo più alto rispetto agli altri toccando un meno 23,4%.
Così come i dati di Federmeccanica, anche i dati Anima non registrano numeri in positivo. Il comparto della Logistica e Movimentazione ha registrato un calo del 13,8% con un valore di produzione che si attesta intorno a 4,84 miliardi di euro. Per gli impianti e gli apparecchi per il sollevamento e trasporto è previsto un calo con un fatturato di 2,7 miliardi di euro, pari al 15% in meno, così anche per i carrelli industriali semoventi perdono circa -15% cioè 1,4 miliardi di euro. Numeri più positivi per le scaffalature industriali, in calo del -4,1%, ma con una perdita nell’export sui 415 milioni di euro.
Anche per quanto riguarda la produzione di Tecnologie Alimentari, settore maggiormente colpito, si registra una perdita del -13,5% pari a 4,55 miliardi di cui il -15,7% delle esportazioni. Scendono sotto il miliardo le attrezzature frigorifere per il commercio che arrivano a 900 milioni con -11,3%, sotto i 200 milioni le macchine e impianti per molini con il -20,9% e quelle per la trasformazione della frutta al -15,1%. Per l’export, -18,5% per gli articoli casalinghi che equivale a 485 milioni di euro e -14,9% per le macchine da caffé espresso, il che vuol dire 315 milioni di euro.
Per quanto riguarda le Tecnologie e prodotti per l’Industria le cifre sono più rassicuranti per il fatturato 2020 che dovrebbe attestarsi sui 2,94 miliardi cioè il -7%, con perdite leggermente più contenute rispetto ad altri settori. Le previsioni per il comparto della saldatura e taglio riportano un settore stabile sui 1,21 miliardi di fatturato nel 2020, mentre gli impianti di finitura perdono il -3,6%. L’export rimane penalizzato e i dati dei forni industriali sono passati da 1,16 miliardi di euro nel 2019 a 955 milioni di quest’anno.In negativo anche Edilizia e Infrastrutture che in questo 2020 vedono un calo del -9,3% pari a 14,03 miliardi di fatturato previsto dall’Ufficio Studi Anima.
Macchine edili, stradali, minerarie ed affini segnano -14,9% (2,35 miliardi); -4,6% per apparecchi e componenti per impianti termici (2,08 miliardi di euro), tenute in buona parte dal mercato interno. Valvole e rubinetti registrano -10,3% con 6,75 miliardi di euro di fatturato nel 2020: un calo che vede come voce principale i circa 550 milioni di euro non incassati dall’export.
Anche il comparto delle Macchine e impianti per la Sicurezza dell’uomo e dell’ambiente chiude in negativo, con un fatturato a fine anno intorno ai 3,13 miliardi di euro (-8,4%). Stabili gli impianti per il trattamento dei rifiuti, in calo impianti e apparecchi per la depurazione di acque reflue (-5,2%, 235 milioni di euro) e materiali antincendio (1 miliardo, -6,5%). Più penalizzato il comparto che riguarda le serrature, ferramenta e maniglie, che scendono a 1,4 miliardi di euro nel 2020 (-11,7%).
Nella consueta conferenza stampa di fine anno di Ucimu, associazione dei costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, sono stati presentati i dati di preconsuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa della stessa dove s’è potuto vedere un calo del 23,7% della produzione, scesa così a 4.970 milioni di euro, rispetto all’anno precedente, ma anche segni di positività.
In calo anche l’export che segna un meno 20% (2.880 milioni di euro), seguito dal crollo del mercato interno che registra una percentuale più alta, meno 28,2% (2.090 milioni di euro). Ovviamente i dati sono tutti legati alla pandemia da Covid-19 e alle necessarie restrizioni per evitare il contagio, ma nel 2021, con l’arrivo del vaccino Ucimu pronostica dati in ripresa.
La produzione vedrà una crescita a 5.795 milioni segnando un più +16,6% rispetto all’anno precedente, ovviamente dovuto alla ripresa delle esportazioni che saliranno a 3.220 milioni di euro cioè più 11,8%. In salita anche il mercato il mercato interno che salirà a 2.575 milioni di euro toccando un più 23,2%.
Evidente che a risentire maggiormente della crisi sanitaria è stato il mercato interno che, analizzando i dati di consumo forniti dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu segna per il 2020 un calo del 30,3% pari a 3.385 milioni di euro, rispetto ad un 2019 con un meno 6%, cioè 4.885 milioni di euro. Ma tutte le speranze sono riposte nel 2021 che vedrà solo dati in positivo. Secondo le statistiche la produzione crescerà del 16,6% (5.795 milioni di euro) con un consumo che salirà a più 23,3% (4.175 milioni di euro) così anche il mercato estero e il mercato interno che toccheranno rispettivamente un più 11,8% (3.220 milioni di euro) e un più 23,2% (2.575 milioni di euro).
Un 2020 da dimenticare segnato da forti perdite e dall’incertezza, si punta sui pronostici di positività. Quello che ora ci si aspetta per un rilancio dell’economia è una forte collaborazione tra Governo e imprenditori, per riportare il pil italiano in positivo come pre pandemia.