4 domande e, finalmente, quattro risposte sul Teflon
18 lug 2016
l.a.
Le imprese italiane che producono strumenti da cottura con rivestimento antiaderente costellano tutto il territorio nazionale. Ci sono distretti particolarmente ricchi di questa specialità manifatturiera in Lombardia, come a Brescia e Mantova, in Piemonte, soprattutto a Novara, in Campania, come a Caserta e Napoli, e nel marchigiano, a Pesaro. Gli addetti coinvolti sono circa quattro mila.
Tuttavia si sente spesso parlare della pericolosità delle pentole antiaderenti. Gli imprenditori hanno già vissuto, meno di una decina di anni fa, un frangente storico che ha messo a rischio le loro aziende. Dall'America era infatti dilagato il timore per il Teflon, identificando così in un marchio registrato, una sostanza che viene applicata alle pentole rendendolo così antiaderenti. Molte analisi e prove scientifiche dimostrarono l'infondatezza di tale teoria ma la nomea è rimasta. Il dubbio ora si traveste di nano particelle o microperlescenti che danneggerebbero il late materno e simili. Tanto che tale sostanza continua a essere utilizzato in tutte le imprese del food e non solo, in piena sintonia con l'Istituto superiore della salute, il Ministero della salute e dell'ambiente. Fiac, l'associazione dei produttori di articoli casalinghi, negli scorsi anni ha iniziato a dialogare, in modo serrato e con le prove in mano, con le Autorità competenti per poter diffondere una cultura e un'informazione corrette. Anche oggi è utile puntualizzare alcune caratteristiche che possono preoccupare rispondendo a domande frequenti.
Il rivestimento si può "mangiare"?
Il PTFE è caratterizzato da un'assoluta inerzia chimica, pertanto le schegge provenienti dal rivestimento danneggiato di una pentola antiaderente eventualmente ingerite non sono pericolose.
La pentola graffiata è pericolosa per la salute?
La pentola graffiata non è pericolosa per la salute. Tuttavia è opportuno sostituire le pentole graffiate in quanto il distacco del rivestimento antiaderente espone al contatto con gli alimenti il metallo sottostante e in quelle zone il cibo tende ad attaccarsi. Le notizie con cui si accusava il rivestimento antiaderente di essere dannoso per la tiroide sono legate alla confusione del PTFE con un altro composto chimico chiamato PFOA. Quest'ultimo veniva usato in passato come additivo nella produzione di rivestimenti antiaderenti, ma in quantità non sufficiente a causare manifestazioni patologiche. In particolare, il PTFE usato dalle principali aziende produttrici di rivestimenti antiaderenti, come dimostrato da differenti studi condotti da autorità europee come l'EFSA (European Food Safety Agency) oltre che dalla statunitense FDA (Food and Drug Administration) hanno dimostrato che il PFOA non è più rilevabile nella pentola finita. Le emissioni ambientali sono state eliminate da parte dei produttori di dispersioni di fluoropolimeri sostituendo il PFOA con altri composti.
Come vanno trattate le pentole antiaderenti?
In generale gli utensili da cucina rivestiti, e quindi anche le pentole, non andrebbero lavati in lavastoviglie perché i detergenti utilizzati sono troppo aggressivi e possono danneggiare il rivestimento. Per lo stesso motivo è consigliabile non utilizzare spugne abrasive, che graffiano il rivestimento e vanificano la sua
antiaderenza. Tenuto conto che il rivestimento antiaderente consente di cucinare i cibi utilizzando un
quantitativo minimo di grassi, la pulizia della pentola può essere fatta a mano utilizzando una spugna e detergente neutro.
Anche il rivestimento ceramico è antiaderente?
Recentemente si vedono in commercio pentole con rivestimento antiaderente di colore bianco che
vengono confuse con quelle rivestite in PTFE di colore bianco.
Alimentare, Industria, Fiac, teflon