Il made in Italy nell'economia circolare

Negli ultimi anni è cresciuta - e continua a crescere - l'attenzione della società ai temi dell'ecologia, della sostenibilità, della green economy.

29 gen 2019

Matilde Poidomani

Articolo pubblicato su L'Industria Meccanica n. 718.

Negli ultimi anni è cresciuta - e continua a crescere - l'attenzione della società ai temi dell'ecologia, della sostenibilità, della green economy. Anche le aziende stanno sviluppando una spiccata sensibilità in tale ambito.
È sempre più diffusa la convinzione che il futuro dell'economia e dell'industria stia nella capacità di rinnovarsi: le imprese reinventano continuamente i processi aziendali nell'ottica di un'attività più sostenibile anche da un punto di vista ambientale.

Gli scarti, i rifiuti e gli sprechi aumentano: solo nell'Unione europea vengono prodotte 5 tonnellate di rifiuti per persona ogni anno, secondo i dati Eurostat.

Per tale ragione, le imprese puntano all'implementazione di modelli che riducano al minimo lo spreco di risorse e che consentano il riutilizzo di materiali con processi produttivi non più lineari del tipo produzione-consumo smaltimento ma circolari del tipo produzione-consumo-reimmissione nel ciclo produttivo, sulla base di schemi di produzione in cui la fine di un ciclo corrisponde all'inizio del ciclo successivo.

È proprio da questa idea che nasce il concetto di economia circolare, intesa come sistema auto-rigenerante in cui il riciclo e il riutilizzo dei materiali costituiscono una parte centrale del processo produttivo.

Le imprese della meccanica diventano quindi tra i protagonisti dell'economia circolare. I rifiuti derivanti dal processo di produzione e i materiali giunti alla fine del proprio ciclo di vita possono essere reimpiegati nella lavorazione di nuovi prodotti. In tal senso, gli incentivi sono svariati e di diversa natura. La normativa doganale ne fornisce alcuni, certamente di interesse per le imprese italiane del settore della meccanica.

Tali incentivi sono strettamente collegati al tema dell'origine (non preferenziale e preferenziale) e del made in Italy, simbolo di pregio e qualità che contraddistingue l'industria meccanica italiana nel mondo.

Quando tratta di origine, il Codice Doganale dell'Unione (Cdu) opera una distinzione tra prodotti "interamente ottenuti" in un unico paese e prodotti lavorati in due o più paesi.


Come determinare l'origine del prodotto

Nella determinazione dell'origine non preferenziale dei prodotti lavorati interviene il principio, universalmente riconosciuto, di ultima lavorazione sostanziale che la Ue, per alcuni beni, ha tradotto in regole ben precise (contenute nell'allegato 22-01 del Regolamento Delegato (Ue) 2015/2446 e successive modifiche): i prodotti alla cui produzione hanno contribuito più paesi si considerano originari del paese in cui hanno subito l'ultima lavorazione sostanziale.

I prodotti, invece, interamente ottenuti in un solo paese possono essere automaticamente considerati originari di tale paese.

Non tutti i beni sono suscettibili di essere considerati interamente ottenuti. Il Cdu fornisce una lista delle merci interamente ottenute: per esempio, i prodotti minerali estratti, gli animali vivi allevati, i prodotti del regno vegetale raccolti in un paese sono prodotti interamente ottenuti e quindi originari di tale paese.

Il Cdu include, poi, in tale categoria di beni "i cascami e gli avanzi risultanti da operazioni manifatturiere e gli articoli fuori uso, sempreché siano stati ivi raccolti e possano servire unicamente al recupero di materie prime".
Ciò significa che i materiali derivanti da scarti o da prodotti in disuso riciclati per ricavarne materie prime sono da considerarsi originari del paese in cui sono stati recuperati, a prescindere dall'origine non preferenziale iniziale del materiale o prodotto riutilizzato. Non solo, il Cdu prevede che i prodotti fabbricati esclusivamente a partire da detti prodotti interamente ottenuti siano considerati anch'essi interamente ottenuti.

Per capire gli effetti di tali disposizioni, prendiamo ad esempio un'azienda produttrice di valvole metalliche. Durante il processo di produzione delle valvole vengono prodotti scarti di materiale metallico. L'impresa produttrice decide di recuperare i cascami e di fonderli per riutilizzarli nel processo di produzione delle valvole.

Sulla base di quanto previsto dalla normativa doganale, i residui di lavorazione sono considerati interamente ottenuti in Italia e, dunque, sono di origine non preferenziale Italia. La valvola fabbricata a partire da tali cascami sarà, di conseguenza, 100% made in Italy.

Il concetto di prodotti interamente ottenuti non è limitato esclusivamente all'origine non preferenziale delle merci ma viene ripreso anche nell'ambito dell'origine preferenziale dagli accordi di libero scambio siglati dall'Unione europea con paesi terzi.

I prodotti considerati interamente ottenuti ai fini dell'origine preferenziale sono pressoché identici a quelli previsti dal Cdu. Per esempio, il Ceta (l'accordo tra Unione europea e Canada) annovera, tra gli interamente ottenuti, le materie prime derivanti da prodotti in disuso recuperati in una delle parti contraenti e i componenti recuperati dai prodotti usati, a condizione che tali componenti siano incorporati in altri prodotti o che subiscano delle lavorazioni tali da renderli equivalenti a prodotti nuovi dello stesso tipo.

Si prenda, ad esempio, una caldaia non più funzionante il cui bruciatore, però, è ancora utilizzabile. Tale componente viene recuperato in Italia e sottoposto ad una lavorazione che lo rende praticamente uguale, in termini di prestazione e di aspettativa di vita, ad un bruciatore nuovo. Il bruciatore sarà di origine preferenziale Ue e potrà essere mandato in Canada con beneficio daziario.

Peraltro, in Canada potrà essere impiegato come componente di una nuova caldaia come se fosse originario del Canada, in forza dell'applicazione del cumulo bilaterale, contribuendo al raggiungimento dell'origine preferenziale Canada della caldaia.

Pertanto, l'ecologia, la sostenibilità, l'economia circolare sono temi cari anche alla dogana che mette a disposizione delle imprese strumenti che rendono non solo conveniente, ma anche vantaggiosa l'implementazione di un modello aziendale basato sul riutilizzo e sul riciclo.

Il tema dell'economia circolare è caro alle aziende tanto che le associazioni industriali (Confindustria in primis) si sono impegnate nell'organizzazione di un ciclo di eventi, seminari e workshop per sensibilizzare e guidare le imprese nell'attuazione di un modello circolare.

Il progetto Dogana Facile Anima Confindustria è a disposizione delle imprese per la valorizzazione dei principi dell'economia circolare, anche nell'ambito degli scambi internazionali e dell'ancor più orgoglioso e pregevole utilizzo del marchio "Made In Italy".

Da Sapere

Economia Circolare
Favorire il riutilizzo dei prodotti e degli scarti evitando lo smaltimento crea un ciclo che prende il nome di economia circolare.

Origine preferenziale
È il riconoscimento dello status specifico a una merce proveniente dall'estero; è la condizione necessaria per ottenere benefici daziari all'importazione.

Cosa si intende per merci interamente ottenute in un paese?
Sono prodotti che derivano da materie prime ricavate nel paese stesso.

Luogo di provenienza e paese d'origine

Luogo di provenienza è qualunque luogo indicato come quello da cui proviene il prodotto, che deve differire dal "paese d'origine" definito come il luogo nel quale il prodotto è integralmente ottenuto – o, nel caso di concorso di due o più paesi nella sua realizzazione, il luogo in cui è avvenuta l'ultima trasformazione sostanziale.

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